SU PEPPA PIG FAZIO SBAGLIA TUTTO
MANTOVA 17 SETTEMBRE 2022
Da destra nella foto : Andrea Brenna ( Democrazia e Sussidiarieta' ), On. Antonio Palmieri ( FI) , On Roberto Cota ( FI ), On Carlo Giovanardi ( Popolari Liberali ), Carlo Bottani (Pres. Provincia Mantova), Emilio Persichetti ( Convergenza Cristiana ), Corrado Giardina Movimento Moderati Italiani ).
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BIMBA CONTESA DA DUE MAMME,
L’ex ministro Carlo Giovanardi contro Peppa Pig e la puntata delle due mamme: «N
L’ex ministro Carlo Giovanardi contro Peppa Pig e la puntata delle due mamme: «Non rispetta le leggi» Giovanardi ha presentato un esposto formale al Comitato di applicazione del codice di autoregolamentazione media e minori del ministero dello Sviluppo economico
È degli ultimi giorni la battaglia dei partiti di destra, primo tra tutti Fratelli d’Italia, per ottenere la censura dell’episodio di Peppa Pig in cui uno dei personaggi, Penny Polar Bear, racconta di avere due mamme. Una situazione che per molte famiglie arcobaleno è realtà, per la destra non è altro che una rappresentazione della «dottrina gender». Tanto che il cartone animato è stato trasformato in tema da campagna elettorale. Una battaglia ideologica cavalcata anche dall’ex ministro forzista Carlo Giovanardi . Insieme all’ex presidente del Forum Famiglie Luisa Santolini, ha presentato un esposto formale al Comitato di applicazione del codice di autoregolamentazione media e minori del ministero dello Sviluppo economico, chiedendo di impedire alla Rai dal mandare in onda la puntata. O, in alternativa, di sanzionare l’emittente in caso di trasmissione.
Non esistono due mamme Per Giovanardi non possono esistere «né in natura né legalmente» due mamme. Il pensiero dell’ex senatore sulla questione non è una novità. In passato, aveva affermato che «imporre ad un bambino adottato due genitori dello stesso sesso significa fargli violenza psicologica». E ora l’onorevole dice che la presenza di un personaggio dei cartoni con due genitori dello stesso sesso è una «colonizzazione ideologica».
«Mi sono opposto» «Così come mi sono opposto alla serie 9-1-1, chiedendo alla Rai la soppressione di immagini di inaudita violenza in una fascia oraria per minori, sempre per la tutela dei più piccoli ho chiesto la censura dell’episodio di Peppa Pig - spiega l’ex ministro - Nel momento in cui una trasmissione dedicata a bambini della prima infanzia si presenta un figlio di due madri , si indica un comportamento illecito. Anzi, un’istigazione a delinquere, perché ricorrere all’utero in affitto è reato penalmente perseguibile nel nostro paese».
«Le leggi vanno rispettate» Poco importa all’ex sottosegretario alla presidenza del consiglio che le famiglie arcobaleno siano già realtà in Italia, anche perché l’adozione all’estero è consentita. Secondo l’onorevole, la rappresentazione del cartone animato è da censurare. «O si cambiano le leggi, o non si possono passare certi messaggi». «In Italia - hanno scritto al comitato media e minori Giovanardi e Santolini - la fecondazione eterologa è permessa soltanto tra un uomo ed una donna , mentre il ricorso al cosiddetto utero in affitto è reato penalmente perseguibile: pertanto non possono esistere né in natura né legalmente due mamme, mentre nella realtà per concepire un figlio esiste un padre di cui si è utilizzato il patrimonio genetico. Le leggi in vigore in Italia devono essere rispettate e spetta al Parlamento eventualmente cambiarle e non ai cartoni animati, specialmente se questi ultimi sono rivolti alle vere vittime di queste palesi illegalità».
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Veglia di preghiera per Lgbt? I 10 comandamenti non sono stati aboliti
Veglia di preghiera per Lgbt? I 10 comandamenti non sono stati aboliti Giovanardi: ‘E c'è chi si scaglia violentemente contro il direttore di questo giornale solo perchè ha messo a confronto l'odio di cui si sentirebbero vittime i Lgbt con la tolleranza verso gli sguaiati e osceni comportamenti di chi ai Gay Pride si prende gioco del sentimento religioso di gran parte degli italiani’
Due parroci, uno di Modena e uno di Bologna, don Fabio Bellentani e don Paolo Cugini, si sono fatti promotori e sostenitori di una veglia di preghiera in Chiesa per il superamento dell'omotransfobia e cioè del presunto odio che colpirebbe chi ha orientamenti sessuali LGBTQ+, che sono una trentina di sigle tra lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer, agenderflux, bigender. Come è noto ogni anno Stato, Regioni ed Enti locali stanziano milioni di euro a favore di queste Associazioni perchè possano promovere liberamente le loro attività culturali e ricreative, per esempio i sempre più diffusi Gay Pride, ormai organizzati in ogni città d'Italia e non sempre con sobrietà e compostezza. Secondo i nostri due sacerdoti la veglia di preghiera sarebbe necessaria per contrastare una emergenza omotransfobica, come dimostrano i circa cento casi di denuncia che ogni anno giungono all'OSCAD, l'organismo del Ministero degli interni per la sicurezza contro gli atti discriminatori, il 90 per cento dei quali riguarda peraltro soltanto frasi ritenute offensive. Purtroppo ogni anno in Italia, a fronte di una denuncia ogni tre giorni per ragioni di orientamento sessuale, più di 100 donne vengono uccise dai loro patners, migliaia vengono stuprate, decine di migliaia subiscono atti di violenza sessuale, come purtroppo ci sono bambini vittime dei pedofili e più in generale crimini di odio a sfondo razziale che colpiscono particolarmente extracomunitari o disgustoso bullismo verso chi ha forme di handicap fisico o psichico. Sarebbe troppo chiedere che in Chiesa si venga chiamati per pregare per tutte le vittime di questi crimini e per educare alla comprensione ed alla tolleranza verso tutti i fratelli e le sorelle, a prescindere dal loro orientamento sessuale? O c'è invece chi pretende di essere più uguale degli altri e si scaglia violentemente contro il Direttore di questo giornale solo perchè ha messo a confronto l'odio di cui si sentirebbero vittime i LGBTQ con la tolleranza verso gli sguaiati e osceni comportamenti di chi ai Gay Pride si prende gioco del sentimento religioso di gran parte degli italiani? Laicamente, quando ero al Governo, risposi no all'invito a partecipare al Festival Nazionale del turismo gay, il cui obiettivo è valorizzare e promuovere un circuito di masserie, resort, alberghi, circoli e ristoranti la cui offerta si rivolge particolarmente a coppie omosessuali. Spiegai che mi sembrava una forma inaccettabile di autoghettizzazione, anche se di lusso, e che mare, montagna e città d'Arte non sono cosa diversa per etero od omosessuali, che possono, anzi devono frequentare gli stessi ambienti con l'unico limite della buon educazione e del rispetto per gli altri che deve valere per tutti. Mi permetto si consigliare lo stesso atteggiamento anche ai Parroci (prima che la eventuale approvazione della proposta di legge Zan li faccia finire in carcere) con il vantaggio di semplificare il messaggio evangelico ricordando anche che (per tutti) i 10 comandamenti non sono stati ancora abrogati. Carlo Giovanardi
Giovanardi: “Memoria e Diplomazia uniche armi per salvare il futuro dell’Europa.
Senatore Giovanardi, lei ha proposto al ministero dello Sviluppo Economico l’emissione di un “francobollo di solidarietà” dedicato al popolo ucraino. Dopo Austria, Croazia, Estonia, Lettonia, Polonia e Ungheria, anche l’Italia avrà il suo francobollo commemorativo.
“Sono già usciti in vari paesi europei francobolli che riguardano l’Ucraina e la guerra in corso. l’Ucraina stessa ne ha prodotto uno, nel mondo degli appassionati quindi è nata una nuova tematica. onde evitare polemiche o l’accusa di politicizzazione, la mia proposta è che il ricavato della vendita o l’eventuale sovraprezzo vada interamente all’assistenza dei profughi ucraini che sono venuti in Italia. Uno strumento dunque di solidarietà ed assistenza. Ricordiamo che ci sono milioni di persone che son dovuti fuggire da quel paese e sono state ospitate in Italia ed in altri paesi europei, ci son tante persone che vogliono contribuire ad aiutare queste famiglie e questo può esser un modo. Il vice ministro ha detto di esser favorevole e dal Ministero mi hanno fatto sapere che dovrebbero inserire questa emissione già in questo semestre, tra giugno e dicembre. Mi sembra quindi un’opportunità per dare una mano a queste persone”.
Mentre parliamo, abbiamo già superato i 100 giorni di combattimenti, la sua posizione rispetto a questa guerra o ritiene possa ancora essere definita crisi?
“La mia posizione è assolutamente a favore del popolo ucraino. Nel momento in cui è pacifico che ci sia un aggressore ed un aggredito, l’unica posizione è schierarsi a favore dell’aggredito. È evidente che non possiamo intervenire militarmente, fare la nofly zone etc… ma dargli i mezzi per difendersi mi sembra il minimo sindacale. L’unica scelta politicamente e moralmente accettabile.”
Secondo lei, da dove deve ricominciare l’Europa? Ritiene opportuno questo allargamento della Nato ad est?
“Se noi crediamo che in democrazia i popoli abbiano il diritto di autodeterminarsi, allora il principio vale per tutti: se gli svedesi, i finlandesi ritengono utile aderire alla Nato, chi può dir loro di no? Chi poteva dire all’Italia “No, tu alla Nato non aderisci”? Se qualcuno mi viene a raccontare oggi che l’Italia o la Francia, o qualsiasi altro paese europeo ha intenzione o si accinge ad invadere la Russia io direi ricoveratelo. Ma c’è qualche paese europeo che abbia mai pensato di invadere la Russia? Basta guardare la cartina geografica: la Russia ha i porti sull’Atlantico e sul Pacifico, rispetto al Mediterraneo ha le basi in Siria, sta lavorando con la Libia e ancora penetrando in Africa. Ha un’estensione gigantesca”.
Quindi ritorniamo al principio dell’autodeterminazione dei popoli.
“Appunto. Qualcuno ha il coraggio di sostenere che la Nato si appresta ad invadere la Russia? Che poi siamo stati talmente ingenui, o generosi, da metterci nelle mani della Russia per quanto riguarda il gas, l’energia, abbiamo detto di no al nucleare, al carbone, a tutto quello che poteva garantirci l’autosufficienza energetica, adesso ci mettiamo nelle mani di Putin. A maggior ragione ci eravamo già messi economicamente nelle mani della Russia, da un punto di vista politico non ne parliamo. Alla luce di questo, come si fa a dire che Putin ha una giustificazione per tutto quanto sta accadendo? A meno che qualcuno dica che visto che Milano e Venezia sono state città austroungariche, sarebbe stato giusto che alla fine del secondo conflitto mondiale Germania ed Austria le riavessero indietro. Il ragionamento che fa Putin è questo: l’Ucraina è nostra perché storicamente etc.. Ragionando così salta in aria l’Europa. A questo punto diciamo che Londra è nostra perché era una città romana. Si sperava, fino a febbraio, che dopo la seconda guerra mondiale, l’idea della guerra per recuperare spazi geografici fosse tramontata. Qualcun invece vuole creare un precedente per cui questo principio sacro viene rimesso in discussione.
Putin dice di intervenire in difesa delle minoranze.
“Si gioca sull’equivoco e le spiego perché: a Odessa, nel Donesk, non si parla Russo? Sono zone dove parlano tutti russo. Se poi vogliono dire che in quelle zone la lingua ufficiale sia l’ucraino, faccio notare che a Malta la lingua ufficiale è il maltese, in Irlanda il gaelico. Ad oggi in Europa non c’è nessun paese la cui lingua ufficiale sia l’inglese, eppure è la lingua scelta dall’Unione Europea. Quindi a Odessa parlano tutti russo e la propaganda russa dice che in Ucraina lo hanno proibito. Come in Italia: la lingua ufficiale è l’italiano, ma parlano tedesco in Alto Adige, in Veneto usano molto il dialetto, nessuno lo proibisce, semplicemente però la lingua ufficiale resta l’italiano. Che a Pola e Fiume, per esempio, si debba tutelare la minoranza e la cultura italiana è sacrosanto. Ma ci si arriva con mezzi pacifici. Questo per dire quanta doppiezza e quante menzogne dietro alle motivazioni per cui si fanno migliaia di morti, comprese donne e bambini.
Torniamo indietro di qualche settimana: che idea si è fatto del caso Orsini, il cui contratto con la Rai è stato annullato all’indomani della guerra: atto di responsabilità o tentativo di controllare l’opinione pubblica?
“Il tentativo di controllo dell’opinione pubblica mi sembra evidente. Orsini poi basta che accendi la tv e lo ritrovi da tutte le parti. Per me dice robe che non stanno né in cielo né in terra, va in giro a raccontare che Draghi è come Lukashenko, compare dappertutto, tv di stato compresa. A me pare che in Italia ci sia una sfrenata propaganda filorussa, in Europa guardano all’Italia come un caso particolare: è evidente che bisogna dar voce al pluralismo, ma io sinceramente ho qualche dubbio sul fatto che se c’è un’aggressione militare in atto sia possibile dare direttamente voce alla propaganda degli aggressori, non è questo il pluralismo dell’informazione. Come mi raccontava il mio amico Berlusconi, se il 90% del mercato è in mano al panettone Rossi e tu vuoi lanciare invece il panettone Bianchi, investi in pubblicità. Il novanta per cento diventa sessanta e lo zero passa a trenta. Un investimento pubblicitario massiccio ti comporta che sposti l’opinione pubblica. Se accendi la tv e trovi una serie infinita di propagandisti, è come nel commercio: chiaro che dopo una settimana hai spostato una fetta di opinione dall’altra parte. Cosa questa propaganda serva all’Italia, alla questione atlantica, davanti al tentativo di tutti di non creare un precedente devastante, questo spazio enorme dato ad Orsini non si capisce”.
Degli ultimi giorni la notizia di orfani ucraini partiti alla volta della Russia. Come crede si debba agire a livello internazionale?
“Il problema è che parliamo di uno stato dove la democrazia non c’è, il pluralismo non c’è, i dissidenti di solito fanno una brutta fine, la censura copre ogni cosa, c’è solo da sperare poiché tutti vogliamo la pace, che Putin chiarisca cosa vuol fare da grande. Se Putin decide di fermarsi, la guerra finisce in un secondo”.
C’è una maniera intelligente secondo lei per spronarlo verso un esito del genere?
“Poiché il voto delle nazioni Unite, la posizione unanime dell’Europa, la posizione della Nato, la posizione dell’opinione pubblica in tutto il mondo non bastano, l’unico modo è dimostrare che l’aggressione non paga, fermare l’aggressore. Gli ucraini la guerra se la fanno da soli, nessuno mette in dubbio la volontà degli ucraini di resistere a questa invasione, non è un problema di Zelensky è un problema del popolo ucraino. Il popolo ucraino ha il diritto di non essere dominato dai russi? Io penso di sì. È un popolo sovrano, ha restituito tutte le armi nucleari che aveva in cambio della garanzia assoluta della sua indipendenza e della sua integrità territoriale. Se poi andiamo nel Donbass, lì è in corso una guerra civile dal 2014, in cui la Russia è intervenuta militarmente. Ora, se l’Austria avesse attaccato Bolzano o il Sudtirolo, l’Italia non avrebbe mandato forse alpini e carabinieri? Se si mettono in discussone questi capisaldi, salta in aria l’Europa. Vogliamo ridisegnare i confini della seconda guerra mondiale? Il problema è che molti forse non vogliono leggere la storia. Sacrosanto che ci sia la tutela delle minoranze in tutto il territorio europeo, il bilinguismo, la toponomastica… ma non la fai con la guerra”.
Prima di salutarci, un invito al voto per il referendum del prossimo 12 giugno, sulla riforma della giustizia.
“Io andrò e voterò tutti si. Credo che uno dei problemi giganteschi dell’Italia di oggi sia che chiunque faccia volontariato, chiunque faccia impresa, pubblica amministrazione, l’imprenditore o chiunque faccia politica, chiunque faccia qualcosa con l’espansione delle norme penali rischia di vedersi rovinata la vita. Bisogna impedire che ci sia questo potere illimitato delle procure. Non è possibile che negli ultimi 30 anni la politica italiana sia stata sempre influenzata da queste. Ci sono correnti della magistratura che teorizzano il dovere delle procure di intervenire per orientare politicamente la vita italiana. Le faccio un esempio: io sono di Modena, la città di Enzo Ferrari, di Panini, due grandissimi imprenditori. Fino al 1992, alla caduta dell’Unione Sovietica, in Russia quelli come Ferrari e Panini li mettevano in galera. Se la magistratura vuole imporre una visione del mondo per cui chi fa impresa è un criminale, siamo nella posizione ideologica che c’era nei paesi dell’est. La magistratura deve smetter di fare politica”.
SESSO E GENDER NON SONO TEMI DA ELEMENTARI
IL TABù (ASSURDO) DELL'EDUCAZIONE SESSUALE IN CLASSE
QUELLA SIGNORA CHE PRETENDE LA PATERNITA'
'Così la macchina del fango processa e condanna migliaia di Alpini'
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Data:11 Maggio 2022 - 16:45 / Categoria: Parola d'Autore
Autore: Redazione La Pressa
Venerdì 6 Maggio l'Associazione 'Non una di meno Rimini' scriveva su Facebook: 'Quelle lunghe penne nere ve le spezzeremo una ad una'
Dalla sfilata di Brescia del 2000 a quella di Milano del 2019 ho avuto il piacere di rappresentare o Governo o Parlamento alle Adunate nazionali degli Alpini. Con l'allora presidente Beppe Parazzini si stava in giro sino alle 4 del mattino della domenica per poi, per scommessa goliardica, stare in piedi in Tribuna per dodici ore dalle 9 alle 21, per salutare ed onorare gli 80mila partecipanti alla sfilata.
Mai, in tutti questi anni, mi era capitato di leggere sui giornali locali dei giorni successivi un minimo accenno a molestie o violenze alle donne da parte dei partecipanti al Raduno. Nel 2021 Parazzini è andato avanti e quest'anno non me la sono sentita di partecipare all'Adunata senza il fraterno amico.
Con grande sorpresa ho visto montare in questi giorni una marea di accuse nei confronti del comportamento degli Alpini a Rimini, dove si è svolta l'Adunata Nazionale dopo i due anni di sospensione causa Covid.
Parole durissime sono state spese nei loro confronti da uomini e donne di Governo, ultima in ordine di tempo la Ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti, in buona compagnia di politici, giornalisti e commentatori vari.
Premesso, e fate conto che lo ripeta dieci volte, che ogni atto di molestia va perseguito con l'espulsione del colpevole dall'Associazione e con una denuncia penale, mi sono chiesto cosa potesse aver differenziato Rimini da tutte le altre sfilate.
Venerdì 6 maggio l'Associazione 'Non una di meno Rimini' scriveva su Facebook: 'Incredibile ma vero, un gruppo di oltre 400 mila uomini, imbevuti di machismo patriarcale, concentrati in un solo luogo allo scopo di ubriacarsi, genera una dinamica in cui si fa a gara a chi ce l'ha più duro e ognuno si sente in diritto ed in dovere di reclamare il possesso del corpo di ogni donna che gli passa accanto'.
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Pubblichiamo di seguito un comunicato stampa a firma dell'onorevole Carlo Giovanardi sul caso del progetto su gender e sessualità nella scuola elementare "Edmondo De Amicis" di Marano sul Panaro, in provincia di Modena.
«E' in corso una polemica tra l' Associazione Pro Vita & Famiglia , che ha raccolto migliaia di firme per contestare un progetto per i bambini di quinta elementare in corso alla Scuola Edmondo De Amicis di Marano, e chi nega che quel progetto preveda di affrontare temi come masturbazione, orgasmo, preservativi, contraccezione, omosessualità ed il significato di termini come trans, gender fluid e genderless e qualunque altro tema riguardando il sesso.
In realta' la Scuola ha pubblicato e poi inviato all' Ufficio Scolastico Provinciale soltanto le prime due pagine del Progetto, omettendo cosi' di illustrare i suoi contenuti completi sottoposti alla approvazione delle famiglie nella versione integrale di cinque pagine complessive di cui Pro Vita & Famiglia è venuta in possesso.
Evidentemente anche a Marano qualcuno si e' accorto che era imbarazzante ammettere il contenuto del Progetto perché temi così delicati non possono essere affrontati davanti ad una platea di bambine e bambini di 10/11 anni, i cui gradi di maturazione mentale e sviluppo fisico sono inevitabilmente differenti.
I problemi di bambini di quella età possono essere utilmente affrontati singolarmente da uno psicologo coinvolgendo anche la famiglia e non davanti ad un intera classe, rimandando a Marano ed altrove la trattazione di temi così delicati alle ultime classi della Scuola Superiore»
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