Misteri
del terremoto in Emila. Ora anche cinque comitati chiedono si faccia
chiarezza.
Notizia freschissima! I Comitati
"Ambiente e Salute", "Terrambiente Sottosuolo",
"Ferrara Sottosuolo", "Riprendiamoci il Pianeta"
e i "No-Triv" hanno presentato un esposto presso le Procure
della Repubblica di Modena, Ferrara, Mantova, Reggio, Rovigo e
Bologna "per chiedere di fare chiarezza su ciò che è avvenuto
realmente sul nostro territorio".
Si riferiscono a quanto è successo
nella Bassa Emiliana a partire dalle scosse del 20 e 29 maggio 2012.
Difficile negare che di cose strane e incomprensibili se ne siano
verificate non poche.
Non c'è alcun dubbio che noi cittadini
dobbiamo essere compiutamente, tempestivamente e dettagliatamente
informati su quanto avviene e si intende fare nel territorio dove
viviamo. E che è nostro diritto esprimere le nostre valutazioni.
Aiutare i cittadini in questo senso
dovrebbe essere un ruolo fondamentale delle istituzioni scientifiche,
ma queste talora sembrano dimenticarlo, sicché accade che mentre
plaudono alla comunicazione finiscano poi per restare stranamente
taciturne.
Tutto comincia con un articolo
pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica Science, l'11 aprile
2014, in cui si racconta di una Commissione internazionale chiamata
con l'acronimo ICHESE istituita dalla Regione per stabilire "le
cause dei terremoti" emiliani. Su questa Commissione e sulla sua
scarsa dimestichezza con la moderna ricerca scientifica si è già
scritto molto sul Foglietto [1, 2, 3, 4, 5].
Qui vorrei ricordare solo i "misteri"
di tutta questa vicenda anche per aiutare, molto modestamente, le
Procure chiamate a occuparsi di problemi che dovrebbero essere
risolti serenamente e professionalmente in seno alla Comunità
scientifica e da coloro che ci amministrano.
Perché e come mai solo un giornalista
inglese, per quanto bravo, sia stato in grado di leggere un rapporto
che può avere serie conseguenze per la vita di una Regione e per le
attività industriali di un intero Paese? Perché tutti gli altri
organi di informazione nazionale sono stati tenuti all'oscuro?
Certamente il giornalista non rivelerà mai le sue fonti ma, ci si
chiede, chi era a conoscenza del rapporto e quindi in grado di
fornirglielo?
Perché il rapporto, consegnato in
febbraio alla Regione, viene tenuto riservato per un paio di mesi e
viene mostrato, forse malvolentieri, solo dopo l'uscita di Science?
Chi ha determinato la composizione
della Commissione, di cui fa parte anche un funzionario del Ministero
delle Infrastrutture e dello Sviluppo Economico (MISE)? In altre
parole, su quali basi sono stati scelti i membri della ICHESE? E come
se ne possono verificare le competenze necessarie per affrontare un
problema tecnicamente tutt'altro che banale?
Chi ha formulato i due quesiti posti
alla ICHESE?
Perché fra le possibili cause delle
scosse viene messo il progetto di un deposito a Rivara?
Da quando in qua un progetto, cioè
idee rappresentate su fogli di carta, può generare terremoti?
Perché, quando è stato finalmente
reso pubblico il rapporto ICHESE, un membro autorevole del Governo
Regionale si è vantato, non senza enfasi, di aver impedito la
creazione del deposito a Rivara?
Se la creazione del deposito è stata
impedita, perché ipotizzare che un deposito (che non c'è) possa
aver determinato due scosse di magnitudo 6?
Siccome è ragionevole pensare che i
nostri amministratori siano dotati di logica, che cosa si è cercato
inutilmente e confusamente di dire o di nascondere?
Perché il rapporto ICHESE dichiara che
il potenziamento dello sfruttamento dell'energia geotermica nel
ferrarese non può essere causa delle scosse anche se nessuno aveva
posto il problema? Con questa dichiarazione si cerca forse di
"mettere le mani avanti" per favorire qualcuno?
Come e perché consulenti provinciali
impediscono la creazione di un sistema di monitoraggio attorno a
Rivara per caratterizzare la zona prima di prendere decisioni sul
deposito, sostenendone l'inutilità per capire la tettonica
dell'area? Uno di essi è anche membro della Commissione Grandi
Rischi che il 5 giugno, tramite il Presidente del Consiglio Mario
Monti, lancerà un allarme tanto tardivo quanto inutile.
Perché il MISE prima ha scelto con
tanto di decreto Rivara come possibile deposito, incoraggiandone lo
sviluppo e in particolare (assieme al Ministero dell'Ambiente) il
sistema di monitoraggio e poi un suo funzionario, membro di ICHESE,
sembra dimenticarsene?
Come spiegano i consulenti provinciali,
che adesso ICHESE sostiene con forza. la necessità di un sistema di
monitoraggio (sei anni dopo, con sei anni di dati persi)?
I consulenti provinciali erano contrari
a quello (ottimo) proposto, forse soltanto perché ne erano stati
esclusi? È forse questa la ragione per la quale scrivono a Senatori
della Repubblica lettere denigratorie nei confronti di chi aveva
proposto il monitoraggio quattro anni prima degli eventi? Cercano di
far dimenticare questa gravissima e dannosa interferenza?
Perché il rapporto ICHESE, scritto in
un brutto inglese, è sostanzialmente incomprensibile sul piano
scientifico anche agli addetti ai lavori?
Perché il rapporto ICHESE non è stato
redatto in italiano e in maniera che un qualsiasi cittadino di media
cultura e buona volontà potesse leggerlo e farsi un'idea?
Forse si è preso esempio da fra'
Cristoforo del Manzoni che, per troncare rapidamente una discussione
con un suo interlocutore che non conosce il latino, ricorre alla
famosa locuzione "omnia munda mundis"?
Perché la Regione non ha recepito le
indicazioni della Mappa di Pericolosità Sismica, pubblicata sulla
Gazzetta Ufficiale a partire dal 2003, che avrebbe consentito una più
seria coscienza del rischio sismico nella Bassa Emiliana e, per
esempio, una più rigorosa costruzione dei capannoni?
Perché e chi ha fatto girare la voce
assurda, poi rientrata, che la nuova Mappa di Pericolosità Sismica
sottovaluta la sismicità emiliana?
Come si è arrivati a sostenere che si
faceva il fracking di nascosto, malgrado l'estrema e appariscente
tecnologia necessaria? Perché la Regione non ha smentito, sapendo
che da noi le rocce non hanno le caratteristiche chimiche necessarie?
Forse perché mal consigliati da qualcuno, chiaramente non
all'altezza? E’ forse per la stessa ragione che un gruppo di
deputati emiliani ha presentato una inadeguata proposta di legge
contro il fracking?
Come è possibile credere che le
estrazioni petrolifere al Cavone provochino un terremoto a 20 km di
distanza e, invece, una settimana dopo, un terremoto vicinissimo
proprio al Cavone, più o meno della stessa entità? Non dovrebbe
essere il contrario? Non basta questo a stabilire che le estrazioni
al Cavone non hanno provocato i terremoti?
Come si stabilisce scientificamente che
una faglia è in procinto di generare un sisma, come pretenderebbero
di sapere i membri dell’ICHESE? Essi sarebbero, conseguentemente,
anche capaci di prevedere i terremoti?
Accettando ipoteticamente l'idea che
l'estrazione petrolifera influisca sui terremoti, come si fa a
stabilire che li anticipa e non li ritarda?
Perché il coordinatore del settore
sismico della Grandi Rischi ha partecipato ai lavori della ICHESE? E
perché ha fatto un sopralluogo al Cavone, indicandolo forse come
possibile responsabile delle scosse? Se ha tanta conoscenza della
zona, perché non ha dato nessun tipo di indicazione dopo la scossa
del 20 maggio? Perché immediatamente dopo quella scossa non si riunì
la Grandi Rischi? Perché si riunì solo il 5 giugno, a sequenza
sismica sostanzialmente conclusa, lanciando un allarme patetico,
tardivo e un po' ridicolo? Perché non si vuol rispondere a questa
specifica domanda che Il Foglietto fa ormai da mesi?
Se si è sbagliato, semplicemente lo si
ammetta.
Perché non è possibile accedere ai
verbali degli incontri ufficiali fra ICHESE e le istituzioni
scientifiche che sono state ascoltate, come si evince da un
comunicato stampa del MISE molto pubblicizzato? Che cosa contengono
quei verbali?
Da mesi si discute di questo rapporto
ICHESE, che dice cose incomprensibili in risposta a domande prive di
senso: si sa che a Rivara non c'è alcuna attività, ma ci si chiede
se il niente possa generare un terremoto. Poi si tira fuori dal
cilindro il Cavone che, contrariamente al banale buonsenso, dovrebbe
aver generato prima un terremoto lontano e poi uno vicino.
Forse si vuol sviare l'attenzione dal
fatto che non sono state recepite le nuove indicazioni in materia di
sicurezza sismica, che è un tipico compito della Regione? O si vuole
forse far dimenticare il mancato allarme dopo la prima scossa? Siamo
d'accordo che se un allarme si è dato quindici giorni dopo la prima
scossa, si poteva dare molto più ragionevolmente e utilmente lo
stesso giorno in cui si è verificata? Le due cose, allarme tardivo e
ICHESE, sono intimamente legate?
Visto che i personaggi in gioco sono
sempre più o meno gli stessi, si può pensare che ci troviamo di
fronte ad un brutto esempio di "sinergia"?
Se qualcuno pensa di essere furbo, fa
un grave errore. I cittadini sono molto più attenti e smaliziati di
quanto si possa immaginare.
*Geofisico
P.S.: si ricordi sempre che, se gli
edifici fossero stati ben costruiti, nel 2012 ci sarebbe stata solo
una gran paura, che oggi sarebbe dimenticata. Invece, noi cittadini
non sappiamo a chi dare retta e la confusione sta
aumentando.
Sull'ultimo numero del settimanale L'Espresso, si può
leggere un breve articolo da cui si evince che coloro che devono
stabilire i criteri per la scelta del sito ove immagazzinare i
rifiuti radioattivi hanno fatto sì che solo la Sardegna abbia le
caratteristiche giuste. Amici sardi, occhio! L'enorme quantità di
denaro per fare e disfare le centrali nucleari è stata spesa tutta
nel continente. Voi rischiate di avere solo i rifiuti!
Se ci sono
”furbetti” e quale ruolo hanno giocato, anche questa è una
delicata questione che vale la pena approfondire. Ne riparleremo
presto.