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INTERPELLANZA IN AULA DI CARLO GIOVANARDI SUL FUNZIONAMENTO DELLA CAI

SVOLGIMENTO DELL'INTERPELLANZA IN AULA DEL SENATORE CARLO GIOVANARDI SUL FUNZIONAMENTO DELLA CAI

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PRESIDENTE. Seguono le interpellanze 2-00217, con procedimento abbreviato, ai sensi dell'articolo 156-bis del Regolamento, e 2-00241 sul funzionamento della Commissione per le adozioni internazionali.

Ha facoltà di parlare il senatore Giovanardi per illustrare tali interpellanze.

GIOVANARDI (AP (NCD-UDC)). Signora Presidente, niente di personale con il rappresentante del Governo, che ha avuto lo sgradito compito di venire a rispondere non so a cosa, sinceramente (e non vorrei essere nei suoi panni), dato che ci troviamo in una situazione di palese e drammatica violazione di ogni norma di legge e di regolamento, che riguarda il «non-funzionamento», dico io, della Commissione per le adozioni internazionali.

Il membro del Governo saprà che è in vigore una legge - che desidero ricordare ai colleghi, dato che per quattro anni ho fatto il mestiere di Presidente della Commissione per le adozioni internazionali - la quale prevede che essa sia presieduta da un Presidente, che la rappresenta ed è il Presidente del Consiglio dei ministri o il Ministro delle politiche per la famiglia. È l'organo politico. Il Presidente del Consiglio dei ministri può poi delegare, come nel mio caso, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio a presiedere la Commissione.

Sempre la legge ed il regolamento prevedono che vi sia un vice presidente, nominato con decreto del Presidente del Consiglio, che dev'essere un magistrato con esperienza nel settore minorile. Ai miei tempi, era la dottoressa Daniela Bacchetta, magistrato minorile, attualmente impegnata al Ministero della giustizia. Vi è poi un comitato, del quale la legge disciplina la composizione: tre rappresentanti della Presidenza del Consiglio, rappresentanti dei ministeri e del Forum delle associazioni familiari. Ad esempio, quando presiedevo la Commissione, c'erano Caterina Chinnici, oggi europarlamentare, e Graziana Campanato, che è presidente di Corte d'appello. Il Comitato è l'organo che deve deliberare le decisioni assunte dalla Commissione per le adozioni internazionali oppure ratificare quelle che, in caso d'urgenza, assume il Presidente.

Orbene, il 13 febbraio dell'anno scorso è stata nominata Presidente della Commissione la nostra ex collega, senatrice Della Monica.

Già qui non ci siamo perché non essendo né Presidente del Consiglio, né Ministro per la famiglia, l'organo politico non può essere assolutamente una terza persona. Poi chi è stata nominata Vice Presidente della Commissione? La senatrice Della Monica e, infatti, ci sono documenti formali firmati il 29 settembre dal vice presidente Silvia Della Monica, firmati il 25 ottobre dal Presidente, in questo caso, Silvia Della Monica. A febbraio - sono passati circa 12 mesi - la Commissione, che è organismo deliberante, quante volte è stata convocata? Una volta nel giugno dello scorso anno e poi nessuno dei membri della Commissione ha avuto più il piacere di partecipare a una riunione perché la Commissione non è stata mai convocata e non ha mai deliberato nulla. In questo anno, con la firma del Presidente o del Vice Presidente, sono state prese decisioni importantissime che riguardano gli enti, revoche di mandati, accoglimenti o respingimenti di richieste che avevano fatto. C'è stato un incidente internazionale in Congo, che ancora oggi vede impegnata la nostra ambasciata rispetto a bambini prelevati di notte in un orfanotrofio e non si capisce bene a che titolo la Commissione abbia dato il mandato di andarli a prendere, con tutto una serie di conseguenze sui rapporti internazionali. A questo si aggiunge un incidente con la Bielorussia rispetto a una situazione delle famiglie che si interfacciano con quella realtà. C'è stato un disperato tentativo di alcune associazioni di mettersi in contatto con questa Commissione che è diventata fantasma e dove non risponde nessuno perché gli organismi che per legge dovrebbero presiedere sono stati organizzati in questa maniera totalmente illegittima. Tutto quello che è stato fatto in questi mesi è fuori dalla legge perché tutte le decisioni prese non state né deliberate e né ratificate da nessun organo competente per legge a farlo. Sono mesi che stiamo segnalando questa anomalia.

Non sto entrando nel merito perché se dovessi farlo dovrei sottolineare che da 4.200 adozioni all'anno nel 2011 siamo crollati a meno della metà. In Burkina Faso si era svolta un'attività di raccolta di tutti i Paesi di quella parte dell'Africa. In Cambogia avevamo compiuto un'altra iniziativa e in Russia andai a firmare il primo accordo con la Russia per le adozioni. C'è stato un crollo. Potrebbe anche riconoscersi nella Commissione un posto dove discutere se è stata privilegiata la qualità sulla quantità, ma questo luogo che la legge prevede essere il luogo dove si debba deliberare non è mai stato convocato. Mi chiedo e chiedo al Parlamento e al Governo come faccia a coprire uno stato di totale illegittimità come quello che con il silenzio finora continua a coprire sulla pelle delle adozioni internazionali, dei bambini, degli enti, dei rapporti internazionali, del principio di legalità e, se volete, aggiungo anche del senso del ridicolo. Gli atti vengono, infatti, firmati dalla stessa persona qualche volta come Presidente e altre volte come Vice Presidente. In ambedue i casi non ci sono le competenze perché non è un membro del Governo e, quindi, non può svolgere un'azione politica e non è un magistrato minorile e, quindi, non può neanche svolgere la funziona di Vice Presidente. La Commissione, questo organismo composto da una ventina di persone, non è mai stato convocato, salvo che una volta per le presentazioni in giugno e poi nessuno ha più avuto una convocazione. Mi domando come si possa andare avanti in questa situazione.

Chiedo al Governo di ripristinare semplicemente la legalità, di far sì che la Commissione per le adozioni internazionali ridiventi un organismo che funzioni come la legge in vigore oggi nel nostro Paese richiede che funzioni.

PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo ha facoltà di rispondere congiuntamente alle interpellanze testé svolte.

OLIVERO, vice ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Signora Presidente, ringrazio anche il senatore Giovanardi che ha amabilmente ricordato il nostro compito, ma credo che il tema sia di grande rilevanza e che investa tutto il Governo e rispondo volentieri anche io a questa interpellanza perché è appunto meritevole di attenzione da parte di tutto il Governo.

Il Governo, nel rispondere a questa interpellanza, presentata dai senatori Giovanardi e Sacconi e altri, intende innanzitutto rassicurare gli interpellanti sull'assoluta legittimità del funzionamento della Commissione per le adozioni internazionali.

Ringrazia anzi gli interpellanti per aver offerto una preziosa occasione al Governo per fare chiarezza rispetto a tutta una serie di notizie ed affermazioni non corrette, veicolate in più sedi, anche autorevoli (come quella parlamentare), in maniera strumentale e con l'esclusivo obiettivo di delegittimare la politica del Governo in materia di adozioni internazionali, con grave danno degli aspiranti genitori adottivi e con grave pregiudizio dei diritti dei minori, la tutela del cui interesse dovrebbe essere l'unica ed esclusiva stella polare di qualsiasi intervento su tale terreno.

Il Presidente del Consiglio, in ossequio alla previsione normativa, ha ritenuto di tenere direttamente su di sé la responsabilità politica delle adozioni internazionali, attribuendo a tale tema una rilevanza particolare, attraverso cui il Governo intende qualificare la propria azione. Proprio in questa linea quindi, e sempre in stretto ossequio alla normativa, si colloca l'ulteriore scelta del Presidente del Consiglio di delegare le proprie funzioni alla vice presidente, consigliera Silvia Della Monica, magistrato competente, autorevole e di esperienza poliedrica, che nella precedente legislatura ha ricoperto la carica di senatore della Repubblica.

La commissione esprime la sua azione attraverso decisioni sia collegiali che monocratiche. Opera difatti prevalentemente tramite il presidente, che la rappresenta nelle sedi nazionali ed internazionali, ed il vice presidente, che ha compiti specifici attribuiti dal regolamento. A tale proposito, va quindi sottolineato che, proprio in stringente ossequio alle norme, alcuni atti devono essere firmati in qualità di presidente, laddove rappresentano esercizio delle funzioni delegate (ad esempio la firma degli accordi bilaterali), altri devono essere firmati in qualità di vice presidente, laddove si tratta di atti propri del vice presidente (ad esempio le autorizzazioni all'ingresso dei minori adottati). (Commenti del senatore Giovanardi).

Improprio ed illegittimo sarebbe invece un diverso comportamento, che non tenesse conto delle funzioni diverse esercitate. Per norma, la commissione è convocata dal presidente, che ne stabilisce l'ordine del giorno. La cadenza con cui viene o meno convocata deve rispondere ad esigenze effettive di assunzione di decisioni collegiali, piuttosto che onorare una cosiddetta prassi che, per quanto ripetuta nel tempo, non rappresenta certo di per sé legittimo rispetto delle norme.

Il Governo assicura poi gli interpellanti che gli esperti nominati dal Presidente del Consiglio possiedono tutti i requisiti previsti e richiesti dalla norma, in ragione dei complessi e molteplici compiti attribuiti alla commissione.

In sede internazionale l'attività della Commissione è molto apprezzata e non mancano esplicite espressioni di soddisfazione e gradimento e concreti riscontri agli scambi intercorsi sui temi delle adozioni internazionali. La scelta del Presidente del Consiglio di tenere su di sé la competenza delle adozioni internazionali, delegando le sue funzioni alla vice presidente Silvia Della Monica, è stata infatti gradita in sede internazionale, a conferma della volontà del Presidente del Consiglio di attribuire un'importanza particolare alla tutela dei diritti umani dei minori nelle relazioni con i Paesi stranieri.

Nell'ambito dei rapporti internazionali, si è lavorato intensamente in questo anno, con esiti molto importanti. La commissione ha invitato e ricevuto molte delegazioni per importanti sessioni di lavoro, in particolare quelle dei seguenti Paesi: Repubblica del Burundi, Regno di Cambogia, Repubblica di Bielorussia, Repubblica Popolare Cinese, Repubblica di Mongolia. Con alcuni di questi Paesi, nel corso della loro visita, sono stati siglati o rinnovati importanti accordi bilaterali (con la Repubblica del Burundi, il Regno di Cambogia, la Federazione Russa e la Bielorussia). Sono stati riavviati i rapporti, proposti accordi bilaterali con invito alle delegazioni e, in alcuni casi, sono già in corso trattative per la formalizzazione di un accordo con molti altri Paesi.

Di particolare importanza è il rapporto instaurato con la Bielorussia, a partire dall'ottobre 2014, con un'intesa raggiunta direttamente dalla presidente della commissione con l'ambasciatore bielorusso, che ha consentito di riaprire per il futuro le adozioni in Bielorussia, attraverso la predisposizione di una nuova lista di minori che le famiglie italiane chiedono di adottare. Importante snodo dell'accordo raggiunto ad ottobre 2014 è rappresentato dalla costituzione di un gruppo di lavoro misto italo-bielorusso di livello estremamente qualificato. I rinsaldati rapporti hanno consentito finalmente la risoluzione di alcuni casi critici di intesa tra i due Paesi, mentre la notizia riportata nell'interpellanza di una situazione incresciosa venutasi a creare con le autorità bielorusse, a seguito di un asserito mancato invio di un documento, risulta priva di fondamento.

Ottimi rapporti sono stati instaurati con la Federazione Russa e ciò ha permesso di evitare il blocco delle adozioni da parte della Federazione Russa dopo l'omicidio avvenuto a Pescara di un bambino russo adottato da una famiglia italiana (caso Maravalle), e di chiarire le modalità applicative dell'accordo bilaterale concluso nel 2008 per alcune disposizioni ivi contenute in contrasto con la nostra legislazione.

Per quanto riguarda la Repubblica Democratica del Congo, il Governo rassicura i senatori che non vi è stata alcuna azione contraria alla legge locale; conferma gli ottimi rapporti con le autorità locali nel perseguire la tutela dei diritti dei bambini, vantando la serietà dell'operato della commissione che agisce assicurando, come è dovuto in alcuni casi, la necessaria riservatezza istituzionale.

Il Governo, pertanto, esprime preoccupazione, per la diffusione quotidiana di notizie parziali e non corrispondenti alla verità, che mira ad allarmare le famiglie che stanno vivendo una difficile situazione e che tende a pregiudicare i rapporti tra Italia e Repubblica democratica del Congo, con evidenti possibili ricadute negative sulle procedure adottive delle coppie italiane e sul futuro dei loro figli, pur di delegittimare ed indebolire agli occhi dell'opinione pubblica l'azione di Governo espressa dalia commissione.

Con riferimento alla dottoressa Patrizia Cologgi, già dirigente del Servizio adozioni, si precisa che, contrariamente a quanto si legge nell'interpellanza, non risulta essere stata coinvolta nell'inchiesta Mafia capitale e non ha rassegnato le dimissioni, ma molto semplicemente è andata in pensione dal 1° febbraio per raggiunti limiti d'età e, a proposito di quanto riportato, sta procedendo ad esercitare le azioni necessarie a tutela della propria onorabilità ed immagine nelle sedi proprie.

Non corrisponde al vero che ci sono blocchi al rilascio di autorizzazioni o attestazioni. È vero, invece, che ad una puntuale ricognizione è emerso che, purtroppo, le istruttorie delle istanze ad operare nei Paesi esteri presentate dagli enti erano ferme dal 2012. Erano quindi ben due anni che non venivano istruite e rilasciate autorizzazioni. È stato, perciò, necessario porre ordine in tale ambito, prorogando i termini per l'istruttoria di tali istanze, altrimenti già ampiamente scaduti, e quindi, necessariamente, prorogando i termini di presentazione del 2014 al fine di provvedere in maniera seria ed equa ad una istruttoria approfondita che consenta di valutare puntualmente le istanze di tutti gli enti.

Va segnalata, poi, una particolare criticità ai rimborsi delle spese adottive in considerazione del fatto che il decreto emanato nel 2011 non aveva copertura economica e il Governo sta provvedendo ad adeguare la copertura finanziaria. Peraltro, tale decreto non prevedeva un tetto massimo rimborsabile e ciò, in considerazione del fatto che le spese vengono riconosciute sulla base di mere certificazioni degli enti, ha determinato una impropria spinta a far lievitare i costi per le adozioni ed ha alimentato delle non corrette aspettative da parte dei genitori adottivi. Il Governo e la commissione, sono impegnati nel superamento di questo sistema, che ha causato aumento dei costi delle adozioni, a favore di misure chiare, efficaci ed eque.

Per quanto concerne invece i rapporti con gli enti autorizzati, la commissione ha registrato piena sintonia, collaborazione e condivisione di obiettivi, ivi compresa l'implementazione delle azioni di controllo, apprezzate dagli stessi come mezzo di tutela della trasparenza delle loro azioni. Altrettanto favorevolmente è stato salutato dagli enti il ristabilirsi dei corretti reciproci ruoli tra commissione ed enti nei rapporti con i Paesi stranieri, superando spiacevoli impasse verificatesi in passato a seguito della cattiva abitudine di far ricevere le delegazioni straniere dagli enti, facendo loro sostenere le spese.

In vista di scambi internazionali, e normalmente nell'affrontare la problematica di un Paese, la commissione ha sempre chiesto a tutti gli enti autorizzati contributi scritti al fine di segnalare criticità e suggerimenti utili per i lavori preparatori degli incontri, ma certamente le relazioni tra autorità centrali ed in particolare le trattative per la redazione di accordi bilaterali sono state, e verranno, portate avanti direttamente ed esclusivamente dalla commissione in qualità di autorità governativa che, sola, ha la responsabilità politica di spendere con gli Stati stranieri la parola del Governo.

Il Governo assicura pertanto gli onorevoli senatori che, come sopra puntualmente evidenziato, in materia di adozioni la credibilità dell'Italia con le autorità straniere e fortemente cresciuta; l'operatività della Commissione, intensissima negli ultimi mesi, è pienamente garantita ed in atto; le procedure adottive sono pienamente operative e tutti i provvedimenti attesi vengono emessi e ogni volta se ne riscontra la legittimità; tutte le attività di competenza della Commissione sono portate avanti strettamente secondo le procedure di legge.

La tutela dei diritti umani dei minori è uno degli impegni fondamentali attraverso cui il Governo intende qualificare la propria azione. Intende farlo perseguendo e garantendo in un campo così delicato la massima trasparenza e la massima legalità, ad ogni costo, esercitando tutti i poteri conferiti dalla legge. Primo fra tutti, il potere di vigilanza e controllo sistematico, in Italia e all'estero, sugli enti autorizzati, che, in qualità di associazioni private autorizzate dallo Stato ad operare nelle procedure adottive, espongono l'onorabilità e l'affidamento del Governo italiano nei confronti dei cittadini italiani che gli conferiscono l'incarico e dei Paesi esteri in cui operano. Per questo, nell'ultimo anno sono state assunte (ed altre lo saranno) tutta una serie di direttive finalizzate a rendere efficaci ed effettivi i controlli e, più in generale, la necessaria e continua azione di monitoraggio del sistema complessivo e, ex articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica n. 108 del 2007, sono in corso due verifiche sulla permanenza dei requisiti di idoneità degli enti autorizzati e sulla correttezza, trasparenza ed efficienza della loro azione avviate a seguito di qualificate segnalazioni pervenute. Le verifiche sono state avviate nei confronti dell'ente AAA Associazione Adozioni Alfabeto e dell'ente AiBi.

Si ribadisce, infine, fiducia nella presidente della Commissione Silvia Della Monica, e si augura che il Parlamento, in coerenza con la mozione unitaria in materia di adozioni internazionali approvata lo scorso luglio alla Camera, sostenga l'impegno del Governo e della Commissione nell'azione di tutela dei diritti dei minori esplicata con la politica per le adozioni internazionali.

GIOVANARDI (AP (NCD-UDC)). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANARDI (AP (NCD-UDC)). Signora Presidente, sono stato un buon profeta perché credo di non aver mai assistito, in vent'anni di esperienza, ad una scena di umorismo surreale SULLE ADOZIONI  INTERPRETATA  DA UN VICE MINISTRO DELL'AGRICOLTURA

Non me la prendo con lei, vice ministro Olivero; lei ha letto probabilmente quello che la dottoressa Della Monica ha scritto, perché non può essere altrimenti, visto che sono state ripetute in tutto l'intervento una serie di menzogne: la Commissione ha fatto, la Commissione ha deciso, la Commissione ha operato. Quale Commissione, visto che la Commissione non è mai stata riunita e non ha mai deliberato? Vice Ministro, quale Commissione, visto che non è mai stata riunita e convocata?

Si parla di delega alla Presidente da parte del Presidente del Consiglio, ma questi non può delegare, perché si tratta di funzioni indelegabili (fate un controllo al DAG e ve lo confermeranno). È lei che fa l'ordine del giorno della Commissione. Peccato, però, che non abbia mai fatto l'ordine del giorno perché non l'ha mai convocata. Quindi, tutte le affermazioni fatte dal vice Ministro in ordine a decisioni assunte dalla Commissione non esistono; è una menzogna detta davanti al Parlamento perché la Commissione non si è mai riunita e non ha mai deliberato nulla.

Ha letto poi una cosa che probabilmente la presidente Della Monica ha passato alla vice presidente Della Monica, che ha passato a chi ha esteso - sempre la Della Monica - quella relazione: ha parlato anche di delega data alla vice Presidente.

Colleghi, rispetto ad un organismo che per legge deve avere un Presidente con determinate funzioni (l'indirizzo politico) e un Vice Presidente con altre funzioni, è possibile che un rappresentante del Governo venga a dire che è giusto che una persona firmi una volta come Presidente e un'altra come vice Presidente, perché hanno funzioni diverse che svolgono collegialmente, quando si tratta della stessa persona che firma? Scusi, Vice Ministro, ma è venuto a prenderci in giro? Non ce l'ho con lei, ma mi meraviglio che un Vice Ministro dell'agricoltura accetti di venire a fare il kamikaze dicendo le cose che sono state dette, che sono vergognose.

Vi è di più. Chi è che all'interno del Governo copre una tale situazione? Siamo alla follia,  che venga un rappresentante del Governo a dire che il Governo copre tutta questa sfilza di vergognose illegittimità, palesi,. Dobbiamo passare alla Procura della Repubblica o alla Corte dei conti in Italia per risolvere posizioni palesemente e grottescamente illegittime? Si può venire qui a sentire queste cose? La Commissione?

La Della Monica è stata delegata, e - lo ripeto - non si poteva, perché non esiste delega di funzioni, quando una funzione è del Governo, ad una persona che non faccia parte del Governo. Il Vice Ministro ha avuto le deleghe dal suo Ministro, ma svolge una attività che la legge prevede sia esercitata da un membro del Governo che ha la direzione politica.

La presidente Della Monica È stata nominata il 13 febbraio dell'anno scorso e la Commissione si è riunita solo una volta, il 27 giugno, quindi tutto ciò di cui ha parlato il rappresentante del Governo attribuendole alla Commissione, con espressioni quali «la Commissione ha fatto», «la Commissione ha deliberato», «la Commissione ha messo in ordine» situazioni che riguardano le vicende del Governo Monti e quindi bisognerebbe andare a chiedere a chi presiedeva allora la Commissione. Bisognerebbe chiedere al Presidente di Sant'Egidio se, non so per quali motivi, vi fossero stati arretrati, ma ammettiamo pure che ci fossero stati arretrati in quella gestione e quindi che sia stata svolta un'attività meritoria di revoche, delibere e provvedimenti, chi ha legittimato questi provvedimenti se la Commissione non è mai stata riunita?

Quello che il Vice Ministro ha riportato - siamo bravissimi! Abbiamo operato benissimo, abbiamo avuto grandi successi, la Commissione ha fatto qui e la Commissione ha fatto là - chi lo dice? La Presidente? Cioè la Vice Presidente? Cioè sempre lei?

Chi, di coloro che fanno parte della Commissione può venire qui o, fuori di qui, in un convegno, a spiegare i motivi di quell'organo collegiale, le cui riunioni  ai miei tempi duravano ore ed ore, perché per prendere una decisione si devono sentire prima la relazione del Vice Presidente, poi gli interventi dei membri designati dai vari Ministeri, poi quelli dei rappresentanti del volontariato e poi, alla fine, dall'ordine del giorno, si deve votare e ci sono termini, nel regolamento, perentori per cui, quando vengono presi determinati provvedimenti, la Commissione deve deliberarli entro 120 giorni.

Allora, Vice Ministro, cosa mi è venuto a dire che la Commissione ha fatto se non si è mai riunita? Ma come si fa? (il Vice Ministro annuisce).

Non me la prendo con lei, capisco, però un po' me la prendo, perché forse ci doveva pensare due volte prima di venire a fare una figura di questo genere.

Mi dichiaro quindi insoddisfatto e preso in giro e preoccupatissimo, perché quando si nega l'evidenza davanti al Parlamento vuol dire che veramente c'è qualcosa che non funziona.


 
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