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INTERVENTO DEL SEN. GIOVANARDI NEL DIBATTITO IN CORSO AL SENATO

INTERVENTO DEL SEN. GIOVANARDI  NEL DIBATTITO IN CORSO AL SENATO 
SULLE MOZIONI SULLA CULTURA CONTRO I MALTRATTAMENTI DEGLI ANIMALI 

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Il senatore Giovanardi ha chiesto di illustrare l'ordine del giorno G1. Ne ha facoltà.
GIOVANARDI (AP (NCD-UDC)). Signora Presidente, onorevoli colleghi, non nascondo la difficoltà che provo nell'affrontare quattro mozioni che rappresentano sostanzialmente tutto lo scibile umano nel rapporto tra uomini e animali, declinati a 360 gradi e, fra le altre cose, declinati - leggo l'inizio di una mozione rivolgendomi al Governo - attraverso una serie di proposte valutate indipendentemente dai costi che potrebbero comportare.
Lo dico in premessa perché è da due anni - e mi rivolgo al Presidente della Commissione sanità - che stiamo cercando qualche centinaia di migliaia di euro per dare sollievo a chi è nato senza braccia o gambe, ai focomelici del tempo in cui veniva somministrato il talidomide. Constatando, con grande vergogna, che il Parlamento non ha ancora trovato risorse per aiutare esseri umani che per tutta la vita si confrontano con tali menomazioni, incontro una certa difficoltà di fronte a mozioni in cui si dice che tutto ciò che in esse è scritto è indipendente dai costi.
Faccio poi un'ulteriore premessa, necessaria. Noi stabiliamo una gerarchia di cui siamo assolutamente convinti. Ci sono le persone umane, che hanno un livello di diritti; ci sono gli animali che vanno rispettati, tutelati, in quanto esseri senzienti e c'é anche altro che nella gerarchia del creato ha comunque un suo posto. Quando prima ho sentito parlare di sofferenze, ricordo che anche le piante soffrono. È vero, è così. Una pianta maltrattata ha reazioni negative e, giustamente, c'è chi si preoccupa che le piante non vengano maltrattate. Ma sempre nell'ambito di una gerarchia.
Leggo che in queste mozioni sostanzialmente viene decisa l'abrogazione della caccia, perché si dice che non si possono più abbattere animali selvatici; la traduzione, scritto così, è: abolizione della caccia. Nelle mozioni si dice poi, in maniera tranchant, che i circhi, quelli con spettacoli di animali viaggianti, in prospettiva devono chiudere, per cui tutta la tradizione culturale del circo non ha più ragione di essere; si dice ancora che devono chiudere gli allevamenti di animali da pelliccia, e tra questi comprendo anche i conigli, sui quali c'è una campagna finalizzata ad evitare l'allevamento dei conigli.
Leggo che non potremo più esportare all'estero animali vivi - l'ha detto la collega Cirinnà - in tutti quei Paesi in cui non sono rispettati i diritti degli animali; vuol dire che non possiamo più esportare in tutti i Paesi musulmani e in Africa. Non solo: i nostri produttori, che macellano in Italia per quei Paesi, rispettando la loro tradizione e la loro religione, non potrebbero più macellare.
Manifesto, quindi, al Governo la difficoltà di affrontare mozioni che scendono nel dettaglio di una serie di proposte con costi macroscopici, ognuna delle quali dovrebbe essere attenzionata.
Ho sentito prima una collega di Movimento 5 Stelle dire che è assodato che la ricerca sugli animali può essere superata: ma dove, ma quando, ma chi l'ha detto? Il 90 per cento dei premi Nobel per la medicina ha preso il premio Nobel proprio perché ha studiato sugli animali. Barnard non si è messo a fare i trapianti di cuore sugli uomini, sulle donne e sui bambini; Barnard, prima di fare un trapianto di cuore su un uomo, ha studiato per anni sui primati ed è giusto che sia così, ci mancherebbe altro.
Il che non vuol dire che lo studio e la sperimentazione obbligatoria, per legge internazionale, sugli animali, senza la quale non si può brevettare un farmaco (e se in Italia vi rinunciassimo, 7.000 ricercatori italiani andrebbero tutti all'estero, perché non si potrebbe più fare ricerca in Italia), dia la certezza assoluta; ma, chiaramente, evita tutti i danni. Se qualcuno viene con me a una riunione di talidomidici (quelle migliaia di persone, ancora vive, vittime del talidomide) gli verrà spiegato che se quella casa farmaceutica tedesca avesse sperimentato sugli animali gravidi, decine di migliaia di persone nel mondo non sarebbero nate senza braccia e senza gambe o con altre patologie. Mi si dirà che è grave se un animale, a seguito della sperimentazione, nasce senza arti; io rispondo che è molto più grave se nascono uomini e donne in quella maniera.
Faccio una gerarchia: sarà grave sperimentare sui topi, ma io avevo i topi in terrazzo e ho dovuto derattizzare; e la derattizzazione la fanno tutti, perché altrimenti i topi non solo portano malattie micidiali per gli uomini, ma portano anche tutta una serie di conseguenze. Non vivremmo.
Si scrive, ancora, che tutti gli animali sono uguali e hanno gli stessi diritti; anche le zanzare tigre sono animali. So che c'è un'ala fondamentalista dell'animalismo che ritiene che anche le zanzare debbano essere rispettate, così come le mosche tse-tse. Andatelo a dire in Africa; noi le malattie endemiche le abbiamo eliminate eliminando gli effetti patogeni che derivano da animali portatori di queste malattie. Che facciamo? Non distinguiamo? Io, invece, dico assolutamente: distinguiamo.
Non ho nulla da dire. Si è parlato di animali da compagnia. Benissimo. So anch'io che la persona che sta al quinto piano di un appartamento può avere un cane di piccole dimensioni o anche, come capita, un cane di quelli enormi, da valanga. Ma non ho capito perché gli stessi signori che tengono in un appartamento il cane da compagnia vanno davanti ai circhi a protestare perché nei circhi, in un rapporto virtuoso tra uomo e animale, gli animali vengono fatti lavorare in collaborazione con l'uomo. Nell'appartamento, al quinto piano, d'inverno, posso tenere il cane da valanga, perché è mio piacere tenerlo; invece davanti al circo vado a dire che tu non puoi lavorare con il cane o con il cavallo.
C'è qualcuno che mi spiega queste contraddizioni? Ricordo, infatti, che quando vi è un terremoto, adesso, chi salva le persone sono cani addestrati; quei cani li fanno lavorare, in collaborazione con il loro partner, gli insegnano a salvare le vite umane che rimangono sepolte dal terremoto. Faccio presente che vengono addestrati animali per salvare gli uomini dalla valanga; e così nella lotta alla criminalità organizzata. Vogliamo evitare tutto questo? Infatti, quello che mi viene, in qualche modo, contrapposto all'idea che nei circhi - naturalmente tutelati, vigilati, nel rispetto del benessere degli animali - ci possa essere un rapporto tra uomo e animali, è che non si può obbligare un animale a lavorare. Io rispondo che gli animali, giustamente, nel caso delle valanghe, del terremoto, della lotta alla criminalità organizzata, li alleviamo e li addestriamo in un rapporto di utilità per l'uomo, che è virtuoso.
A meno che - torno a dire - non vietiamo alle persone di tenere gli animali in appartamento, dicendo che l'animale deve essere libero: tutti i cani e tutti i gatti devono essere liberi e non magari - come disse Sgarbi una volta - vestiti da donne e da uomini d'inverno, perché non è nella loro natura; ma c'è qualcuno che traveste anche il cane perché ritiene di avere un rapporto di affezione con l'animale.
Se parliamo, poi, degli allevamenti, dobbiamo metterci d'accordo.
Vengo da una Regione, l'Emilia-Romagna, - anche se certo non accade solo lì - dove alcuni milioni di persone, traggono il loro sostentamento e il loro benessere dall'allevamento animale: ad esempio, in Romagna, dall'allevamento dei polli o, in tutta la Regione, dalla filiera proveniente dall'allevamento dei maiali. Sempre nel rispetto del benessere animale, qualcuno mi deve spiegare se ha ragione chi a Pasqua porta avanti la campagna per l'abolizione dell'uso dell'agnello, mettendo in grande difficoltà i produttori. Alla luce della mia cultura, non me ne vergogno: nell'ultima cena, Cristo mangiava dell'agnello e quindi, anche dal punto di vista religioso e antropologico, non è una cosa che mi spaventa e credo anzi di avere dei precedenti che in qualche modo mi rassicurano.
Nel momento in cui mettiamo i nostri produttori nella situazione di andare fuori mercato, mentre milioni di persone dovrebbero mangiare prodotti che vengono dall'estero, anche da Paesi in cui non viene rispettato il benessere animale, non ci sono i controlli e su cui viene detto di tutto, abbiamo messo sul lastrico milioni di famiglie e abbiamo peggiorato la nostra situazione economica: poi i giovani non trovano lavoro e c'è la disperazione della disoccupazione. Anche in questo caso, ci sarà o no una gerarchia da rispettare? Dopo di me interverrà qualche collega che fa il veterinario: i canili costano centinaia di milioni di euro e solo a Roma costano tra i 7 e gli 8 milioni di euro. Molti di essi vengono gestiti dalle associazioni animaliste: più aumentano i cani e più aumentano il business e i soldi da pagare. Guardate le indagini recenti su alcuni canili ridotti a dei lager, con il numero degli animali che aumenta a dismisura. A proposito dell'aumento del numero degli animali, informo i colleghi che i cinghiali sono molti bello, ma ad un certo punto, in un territorio come l'Appennino tosco-emiliano o ci stanno gli uomini, le donne, gli agricoltori o i cinghiali, perché questi animali distruggono tutto. Allora, ad un certo punto, occorre fare il prelievo dei cinghiali: non si può fare diversamente, altrimenti il territorio viene invaso. Se il cercatore di funghi viene aggredito da un'orsa che lo sta ammazzando, sto dalla parte del cercatore di funghi. Non accetto che si dica che il cercatore di funghi deve stare a casa sua, senza andare a disturbare l'orso. (Commenti della senatrice Repetti). Ho qualche difficoltà a capire perché il veterinario che, magari sbagliando, ha addormentato l'orsa debba finire sotto processo: andate a vedere sui siti Internet quante maledizioni si sta prendendo. Non voglio arrivare a citare il paradosso di chi scrive che nel terremoto in Tibet sarebbero dovute morire più persone, così imparano, perché lì si maltrattano gli animali. Andate a vedere cosa è stato scritto in alcuni post su Internet tre giorni fa.
Voglio dunque fare una proposta, davanti a questo quadro. Abbiamo presentato l'ordine del giorno G1, che parte da una premessa, derivante dalle mozioni che sono state presentate, che è la seguente: «In tema di benessere animale, è ormai completamente avvenuta una profonda trasformazione culturale, a livello nazionale ed europeo, e il riconoscimento degli animali come esseri senzienti, sancito dal trattato di Lisbona ne è la dimostrazione più importante». Quindi si dice: va bene, ci sono una cultura e una sensibilità nuove al riguardo. Poi l'ordine del giorno contiene una seconda parte, in cui si impegna il Governo a dare attuazione unitaria agli impegni assunti a livello internazionale. Si chiede dunque che, quando ci sono convenzioni o accordi internazionali, conformi alla cultura del rispetto degli animali, il Governo italiano ne dia puntuale applicazione: ciò vuol dire fare come il resto d'Europa e non fare provvedimenti di legge che scavalcano quello che fa l'Europa e che sono in contrasto con la normativa europea. Ad esempio non ho capito perché sulle sostanze di abuso, dunque con il fine di salvare le persone, non si possano fare sperimenti sui topi. Tra le altre cose, informo i colleghi - poi c'è un veterinario che parlerà dopo di me - che anche la ricerca per guarire gli animali dalle loro malattie, si sperimenta sugli animali. La medicina veterinaria va avanti attraverso la sperimentazione sugli animali, altrimenti non ci sarebbe medicina veterinaria. Stavo dicendo appunto che non capisco perché, se si vogliono salvare le persone dagli effetti della tossicodipendenza, non si possa fare sperimentazione sui topi. Ma noi abbiamo scritto, scavalcando le Europa, cose che l'Europa non fa. Quando parlo di «puntuale applicazione», chiedo che il Governo italiano recepisca e applichi la normativa europea.
Abbiamo scritto nell'ordine del giorno che dobbiamo dare attuazione puntuale degli impegni assunti a livello europeo, però «tenendo conto dei diritti costituzionalmente garantiti della persona umana», almeno finché il centro della nostra Costituzione è la persona umana.
Ci sarà forse, un domani, una Costituzione che dirà che gli animali e gli uomini sono uguali, anzi, secondo una collega dei 5 Stelle, che alla fine ha ripetuto la stessa frase, gli animali sono meglio degli uomini (non passa, almeno per noi, questa affermazione). Comunque, fino a quando nella Costituzione non metteremo gli animali allo stesso livello degli uomini, e io spero di no, tenendo conto dei diritti costituzionalmente garantiti alla persona umana e nel rispetto del benessere animale, dobbiamo tenere conto anche della libertà di allevamento, di trasformazione, di ricerca e delle forme tradizionali di spettacolo perché le due cose possono andare benissimo di pari passo.
Il fatto di tutelare e garantire l'esistente, però, è una necessità perché l'utopia di pensare che gli allevamenti intensivi, di cui si è parlato, possano scomparire, significherebbe, nella realtà, ridurre milioni di persone alla povertà, all'indigenza e alla fame. Avrete visto la gente che va a cercare nei cassonetti i rifiuti di cibo per mangiare. Purtroppo viviamo in una società ricca e opulenta ma ci sono anche persone che non riescono a mangiare. Secondo voi gli allevamenti intensivi non riescono a dare la possibilità alle famiglie di comprare cibo ad un prezzo ragionevole? Se noi applicassimo regole fuori dall'Europa avremmo la conseguenza di ridurre alla miseria e all'indigenza persone che non potrebbero più consumare. Pensate agli anziani. E poiché il consumo di carne è necessario sia per i bambini che per gli anziani, credo si possa trovare una convergenza su questi che sono principi ragionevoli. (Applausi dei senatori Mancuso, Silvestro e Marino Luigi).


 
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