Alfano cerca intesa ma pianta paletti.Ora impossibile varo legge (Di Milena Di Mauro) (ANSA) - ROMA, 14 LUG - No alla equiparazione delle unioni gay alla famiglia riconosciuta dall'articolo 29 della Costituzione, no alle adozioni e a qualsiasi forma di genitorialità delle coppie omosessuali, no alla reversibilità. Sì invece al riconoscimento di diritti nelle unioni civili ma con la garanzia che questo non faccia cadere (per il prevalere delle sentenze della Corte Europea) i paletti che Area Popolare pianta con forza sul tavolo della trattativa. Con buona pace di chi parla di uno 'scambio' in atto tra una rapida approvazione del ddl Cirinnà e la nomina (che pare certa) di Gaetano Quagliariello, ora coordinatore, agli Affari Regionali, mai negli ultimi mesi tra i centristi si era registrata una tale compattezza. E' tecnicamente impossibile che entro il nove Agosto possa diventare legge il ddl sulle unioni civili nella versione ora in commissione Giustizia al Senato. E non lo dice solo il pasdaran Carlo Giovanardi, difensore delle migliaia di emendamenti presentati da Ap-Ncd. Lo dice lo stato maggiore del partito e lo avalla Angelino Alfano, che non può permettersi di ammainare una bandiera da sempre tenuta alta, quella della difesa della famiglia tradizionale contro la introduzione di un "istituto giuridico originario" (questa la definizione del ddl Cirinnà in esame al Senato) per le coppie omosessuali assimilabile alla famiglia. Altra cosa è dire che il partito di Alfano non cerchi l'intesa e la mediazione con il Pd, consapevole che una maggioranza trasversale comunque porterebbe all'approvazione in Aula al Senato il ddl Cirinnà che quindi i centristi sono impegnati con ogni sforzo a modificare. "La scelta che ha di fronte la maggioranza - spiega il capogruppo di Ap alla Camera, Maurizio Lupi - dato il calendario e l'impossibilità di portare in Aula entro la pausa estiva la legge sulle unioni civili, è di verificare le condizioni per lavorare ad un testo di mediazione che sia un punto d'incontro". Insomma, bisogna superare le rigidità da una parte e dall'altra. Intanto, mentre al Senato il governo 'fa spazio' ad un'eventuale esame delle unioni civili in Aula accorpando decreti, i pasdaran centristi bloccano tutto il resto. Salta l'incontro tra il Pd Giorgio Tonini e il capogruppo di Ap Renato Schifani che avrebbe dovuto trovare un punto di mediazione, si fermano i lavori in commissione giustizia, si dà battaglia in prima commissione dove decadono 20 dei 4000 emendamenti centristi aprendo la via al temutissimo 'canguro'. E Carlo Giovanardi - insieme a Roccella, Binetti, Sacconi - di fronte a chi rilancia l'idea di un possibile accordo entro fine mese, alza un muro: "impossibile". "Diciamo si' alle unioni civili intese come un modo di gestione dei diritti individuali delle persone, ma diciamo no a tutto cio' che puo' essere un'equiparazione allo stato di famiglia, soprattutto per cio' che riguarda la genitorialita'", dice il ministro della salute Beatrice Lorenzin. Niente adozione e niente accesso a pratiche di fecondazione assistita, dunque. E no a far rientrare dalla finestra, attraverso sentenze delle Corti Europee, ciò che era uscito dalla porta. Come oggi scrive il direttore di Avvenire Marco Tarquini, si può arrivare a riconoscere diritti non alle singole persone ma alle "unioni omosessuali", purchè si cerchi una via italiana per spostare il discorso dal piano "matrimoniale" a quello "patrimoniale". E Ap ha messo i migliori costituzionalisti italiani a studiare le possibili vie da percorrere, compresa quella suggerita da Tarquini: parlare di "istituto giuridico originario rispetto all'art 29 della Costituzione", quello che riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. (ANSA).
DU 14-LUG-15 20:29 NNNN