E' contro famiglia. Può diventare Ente formazione al Miur? (ANSA) - ROMA, 5 AGO - Può il circolo Mario Mieli "intitolato a un intellettuale radicalmente contrario alla famiglia, che inneggiava apertamente e ripetutamente alla pedofilia e alla pederastia, diventare ente di formazione presso il ministero dell'istruzione?". Lo chiedono i senatori Carlo Giovanardi (AP), Lucio Malan (FI), Maurizio Gasparri (FI) e Roberto Formigoni (AP) in un'interpellanza al ministro dell'istruzione Giannini e al presidente del consiglio Renzi, in quanto referente del Dipartimento pari opportunità. Il circolo, spiega Giovanardi, è "una delle 29 associazioni che ha partecipato al gruppo nazionale di lavoro istituito dall'UNAR (Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali) presso il Dipartimento Pari Opportunità per la stesura della Strategia nazionale per la prevenzione ed il contrasto delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere (2013-2015)". Giovanardi afferma che L'Unar "si occupa ormai quasi esclusivamente di LGBT quando invece la legge gli assegna il compito di contrastare la discriminazione razziale, e lo fa considerando interlocutori privilegiati un gruppo di associazioni LGBT, al punto da chiederne ufficialmente l'accreditamento presso il Miur come enti di formazione. Fra questi il circolo intitolato a Mario Mieli che nei suoi scritti ha parlato apertamente e positivamente di pedofilia". (ANSA).
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INTERPELLANZA
Al Signor Presidente del Consiglio
Premesso per conoscere
In applicazione della direttiva 2000/43/CE il decreto legislativo n. 215
del 2003 ha dato attuazione nel nostro ordinamento al "principio della
parità di trattamento tra le persone indipendentemente dalla razza e
dall'origine etnica";
con decreto del
Presidente del Consiglio dei ministri 11 dicembre 2003 è stato costituito
presso la Presidenza del Consiglio dei ministri l'UNAR (Ufficio nazionale anti
discriminazioni razziali) che deve garantire "parità di trattamento e la
rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza e l'origine etnica";
tale ufficio secondo il
decreto deve operare "in piena autonomia di giudizio e in condizioni di
imparzialità";
senza nessuna norma di legge
che lo preveda l'UNAR ha allargato la sua competenza anche alle persone LGBT
(lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender);
tale ufficio opera
avvalendosi di un gruppo nazionale di lavoro nominato con decreto direttoriale
del 20 novembre 2012, costituito da 29 associazioni che raggruppano gli
omosessuali italiani: comitato provinciale Arcigay "Chimera
Arcobaleno" di Arezzo; Ireos - centro servizi autogestito comunità
"Queer"; Arcigay; comitato provinciale Arcigay "Ottavio
Mai" di Torino; Agedo; Parks - Liberi e uguali; Equality Italia rete
trasversale per i diritti civili; Ala Milano onlus; Arci Gay_Lesbica
Omphalos; Polis aperta; Di'gay project - DGP; circolo culturale omosessuale
"Mario Mieli"; Gay center/Gay help line; Famiglie arcobaleno; Arcilesbica
associazione nazionale; Rete genitori Rainbow; Shake LGBTE; circolo culturale
Maurice per la comunità GLBT; associazione Icaro onlus; circolo Pink;
Cgil nuovi diritti; Movimento identità transessuale; associazione radicale
Certi diritti; avvocatura per i diritti LGBTI Rete Lenford; Gay.NET; I Ken;
Consultorio transgenere; Libellula; Gay LIB;
in collaborazione con
tali associazioni di parte, l'UNAR ha emanato un documento intitolato
"Strategia nazionale per la prevenzione ed il contrasto delle discriminazioni
basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere (2013-2015)"
pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio dei ministri sotto l'egida
del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza e del Ministro per
l'integrazione. Tale strategia è stata arricchita il 13 dicembre 2013 da un
ulteriore documento, sempre pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio
dei ministri, destinato ai giornalisti, conosciuto come "Comunicare senza
pregiudizi", a giudizio degli interpellanti senza precedenti se non al
tempo delle veline del Ministro della cultura popolare in epoca fascista, nel
quale si propongono 10 punti di cui tener conto quando si tratta di argomenti
LGBT, con incredibili e sconcertanti disposizioni che il giornale dei vescovi
italiani ha bollato come "il decalogo che rovescia la realtà" (Avvenire, 17 dicembre 2013);
nel testo della “Strategia” si legge che le 29 associazioni “hanno
partecipato al processo di definizione” della stessa e che “è stata preziosa la consultazione
delle Associazioni LGBT, che hanno svolto un ruolo attivo e propositivo. Le
Associazioni sono tra gli stakeholder privilegiati nell’elaborazione della
Strategia nel suo complesso, sia nell’identificazione degli obiettivi che nella
previsione delle azioni positive da realizzare”; nel capitolo 4.1 “Asse
istruzione”, nella parte 2, si trovano tra le misure da mettere in atto l'
“accreditamento delle associazioni LGBT, presso il MIUR, in qualità di enti di
formazione” e la “valorizzazione dell’expertise delle associazioni LGBT in
merito alla formazione e sensibilizzazione dei docenti, degli studenti e delle
famiglie, per potersi avvalere delle loro conoscenze”;
il direttore dell'UNAR
Marco De Giorgi era stato pesantemente censurato dal vice ministro del lavoro e
delle politiche sociali Guerra durante il Governo Letta per aver prodotto, per
la distribuzione nelle scuole, opuscoli intitolati Educare alla diversità a scuola, destinati alla scuola primaria,
alla scuola secondaria di primo e secondo grado, contenenti pesanti giudizi
sulla religione, in particolare su quella cattolica, e sul ruolo educativo della
chiesa e nella società, con inaccettabili ed offensivi apprezzamenti
negativi sul ruolo di istituti fondamentali nella storia e nella cultura del
nostro Paese;
il Dipartimento per le
pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, per bocca del
vice ministro Cecilia Guerra, dichiarava di ignorare l'esistenza di questi
libretti annunciando nel contempo l'emanazione di "una nota formale di
demerito al direttore dell'UNAR Marco De Giorgi per la diffusione nelle scuole
di materiale mai approvato, e addirittura mai conosciuto dagli organi
competenti a disporne la relativa autorizzazione";
il comportamento del
direttore dell'UNAR veniva censurato dal vice ministro Guerra con parole
inequivocabili: "Una materia così sensibile richiede particolare
attenzione ai contenuti ed al linguaggio. Questa attenzione, quando si parla a
nome delle istituzioni, ricade nelle responsabilità dell'autorità politica, che
devono però essere messe nella condizione di esercitarla! Non è accettabile,
inoltre che materiale didattico su questi argomenti sia diffuso fra gli
insegnanti da un ufficio del Dipartimento Pari Opportunità senza alcun
confronto con il ministero dell'Istruzione della ricerca e
dell'Università";
in questo contesto
spicca tra i componenti del gruppo di lavoro il Circolo Culturale "Mario
Mieli", intitolato a Mario Mieli, morto suicida a trent’anni, che scriveva
nel 1977 nella sua opera principale Elementi
di critica omosessuale: "Noi checche rivoluzionarie
sappiamo vedere nel bambino l'essere umano potenzialmente libero. Noi, sì,
possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla
loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità
inebriante che profondono, possiamo fare l'amore con loro. Per questo la
pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al
bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega,
calando sul suo erotismo la griglia edipica… La pederastia, invece “è una
freccia di libidine scagliata verso il feto”»"
(capitolo I, 8).
i difensori della figura di Mario Mieli dicono
giustamente che l’inquietante passaggio citato va contestualizzato; ma proprio la
contestualizzazione fornisce ulteriori elementi di preoccupazione, poiché
questa attenzione verso i bambini è tutt’altro che marginale nel complesso dell’opera
principale del filosofo, poiché, come sintetizza Wikipedia, “[l]'assunto di
fondo del pensiero di Mario Mieli consiste nel ritenere che ogni persona è
potenzialmente transessuale se non fosse condizionata, fin dall'infanzia,
da un certo tipo di società che (attraverso quella che Mieli chiamava
"educastrazione"), costringe a considerare l'eterosessualità come
"normalità" e tutto il resto come perversione. Per transessualità
Mieli non intende quello che si intende oggi nella comune accezione del termine,
ma l'innata tendenza polimorfa e "perversa" dell'uomo,
caratterizzata da una pluralità delle tendenze dell'Eros e da l'ermafroditismo
originario e profondo di ogni individuo”; la vera anormalità da
sradicare sarebbe insomma l’eterosessualità;
lo stesso sito del Circolo Mario Mieli scrive
infatti nel proprio sito: <<Mario Mieli rintracciò il nocciolo
della questione che gli omosessuali si trovavano ad affrontare in quegli anni
non nello scioglimento dell’opposizione eterosessuale-omosessuale, ma nella denuncia
della inconsistenza e del vizio ideologico dietro al principio di
“mono-sessualità”. A questa prospettiva unilaterale, incapace di cogliere la
natura ambivalente e dinamica della dimensione sessuale, oppose un principio di
eros libero, molteplice e polimorfo. Nel corso di questa operazione Mieli
denunciò con assoluta chiarezza quanto tragicamente ridicola fosse “la
stragrande maggioranza delle persone, nelle loro divise mostruose da maschio o
da “donna”[...] . Se il travestito appare ridicolo a chi lo incontra,
tristemente ridicolissima è per il travestito la nudità di chi gli rida in
faccia”. Queste osservazioni anticipano con impressionante lungimiranza la moda
oggi già dismessa del movimento transgender e delle sue profetesse” >>;
nella visione di Mieli, dunque, l’individuo va
“salvato” quando ancora non è preda della “griglia edipica”, cioè da bambino,
per evitare che diventi eterosessuale; al capitolo I, 3 di Elementi di critica omosessuale si legge infatti: “Sappiamo come,
crescendo, il bambino sia costretto a sviluppare soprattutto quelle tendenze
che sono un’estrinsecazione della sua “mascolinità” psicologica: chi lo obbliga
è la società, in primo luogo tramite la famiglia” sulla base delle “forme
storiche contingenti e mutilate della virilità e della femminilità che… si
reggono sulla soggezione-repressione delle donne, sull’estraneazione
dell’essere umano da sé sulla negazione della comunità umana”; più oltre
l’autore stigmatizza il fatto che “il padre rifiuta contatti erotici aperti con
il figlio (il quale invece desidera “indifferenziatamente” e quindi desidera
anche il padre), così come gli altri maschi adulti, in forza del tabù
antipederastia, rifiutano rapporti sessuali con il bambino”. Secondo Mieli,
l’attrazione dei maschi verso le donne è dovuta al fatto che esse “incarnano
proprio quella femminilità che egli ha negato in sé”, e il rapporto del bambino
con la madre, essendo represso dal divieto di pederastia, “lascia una traccia
nefasta nella vita (erotica) di ciascuno”; l’atteggiamento eterosessuale,
nell’opera di Mieli è costantemente visto come radicalmente sbagliato perché da
un lato nega la parte omosessuale del
maschio e dall’altro misconosce la donna per quello che è cercando in essa,
invece, la propria parte femminile rimossa: “l’eterosessualità è essenzialmente
reazionaria poiché... perpetua il maschio fallocrate, quel prototipo di maschio
fascista... Gli omosessuali rivoluzionari rifiutano l'eterosessualità in quanto
Norma, base della famiglia..." al punto che "[è] auspicabile uno
sciopero sessuale ad oltranza delle donne nei confronti dei maschi etero e la
creazione di nuovi rapporti totalizzanti tra donne" (cap. V, 4) e
"l'amore eterosessuale è negazione della donna" (VI, 6); quanto alla
riproduzione Mieli si associa a quanti definiscono "fallocentrica
l'assolutizzazione del modo di riproduzione attuale", affermando che
"non serve parlare di fecondazione artificiale... perché è assai difficile
immaginare quali grandiose conseguenze deriveranno dalla liberazione delle
donne e dell'Eros" (cap. VI, 5);
nel capitolo I, 5, “Gli psico-nazisti”, Mieli
condanna medici e psicologi che danno un giudizio negativo sull’omosessualità,
ma anche quelli che “distinguono i diversi tipi di omosessualità a seconda
dell’età dell’oggetto amoroso”, parlando di pedofilia e pederastia; al capitolo
III, 2 Mieli non manca di affermare che <<l’”amico del cuore”
dell’infanzia e dell’adolescenza è in realtà “oggetto” di desiderio in senso
lato e quindi (anche) sessuale>>;
la centralità del bambino nelle teorie di Mario
Mieli è autorevolmente rilevata anche da Tim Dean, professore all’Università di
Buffalo, cui l’editrice Feltrinelli ha affidato la redazione dell’appendice
all’edizione del 2002, il quale in essa scrive: «Nel processo politico di
ristrutturazione della società (...) Mieli non esita a includere nel suo elenco
di esperienze redentive la pedofilia, la necrofilia e la coprofagia… la
corporeità umana entra liberamente in relazioni egualitarie multiple con tutti
gli esseri della terra, inclusi "i bambini e i nuovi arrivati di ogni
tipo, corpi defunti, animali, piante, cose" annullando
"democraticamente" ogni differenza non solo tra gli esseri umani ma
anche tra le specie»;
al capitolo III, 8 si sistema anche la religione:
“L’amore per Dio e il timore di Dio sono il risultato nevrotico di un amore per
i genitori censurato dal tabù dell’incesto e da quello antiomosessuale… il
desiderio erotico del bimbo per il padre, il desiderio della figlia per la
madre, tutto ciò si trasforma nevroticamente in adorazione di Dio”, mentre
“l’esperienza magica dell’universo
recondito… il conosci te stesso
passano necessariamente attraverso l’omosessualità manifesta”.
gli stessi
titoli dei capitoli di Elementi di
critica omosessuale, illustrano questa ideologia, ad esempio “Il desiderio
omosessuale è universale”, “Il dogma della procreazione”, “La messinscena
dell’”amore””, “I maschi eterosessuali ovvero le criptochecche”, “Le
eterochecche”, “Ipocrisia del maschio eterosessuale”, “L’omosessualità
spacciata per eterosessualità”, “L’assolutizzazione della genitalità, ovvero
l’idiotismo eterosessuale”;
ad ogni buon
conto l'opera finisce con dieci conclusioni riassuntive del suo contenuto, tra
le quali queste: "1) La liberazione dell'Eros e l'emancipazione del genere
umano passano necessariamente attraverso la liberazione dell'omoerotismo che
comprende... l'espressione concreta della componente omoerotica del desiderio
da parte di tutti gli esseri umani... 3) ... non esisteranno più etero o
omosessuali ma esseri umani polisessuali... 8) il crollo del sistema
fallocentrico comporta il crollo del sistema capitalistico che si regge sulla
struttura maschilista-eterosessuale della società... Il proletariato
rivoluzionario e il movimento delle donne rivoluzionarie sono due facce del partito
comunista-comunità umana di cui il movimento degli omosessuali rivoluzionari è
il culo... 9) ..."Non possiamo raffigurarci l'importanza del contributo
fornito alla rivoluzione e all'emancipazione umana dalla liberazione
progressiva del sadismo, del masochismo, della pederastia propriamente detta,
della gerontofilia, della necrofilia, della zooerastia, dell'autoerotismo, del
feticismo, della scatologia, dell'urofilia, dell'esibizionismo del voyeurismo
ecc. se non muovendo in prima persona alla disinibizione e alla concreta
espressione di tali tendenze"... e infine "non possiamo evitare di
riconoscere in coloro che sono... transessuali... l'unica espressione
contemporanea e concreta... della 'miracolosa' ampiezza e portata del desiderio
dell'Eros";
la pedofilia e
la pederastia sono dunque parte essenziale del pensiero di Mario Mieli, all'interno di un quadro dove, così come
l'omosessualità e gli altri comportamenti citati, non costituiscono
comportamenti da tollerare o da comprendere, ma un aspetto indispensabile
all'emancipazione dell'individuo e della società; se si tolgono questi assunti
dall'opera del "filosofo" scomparso non resta quasi nulla-;
quali
dei principi del pensiero di Mario Mieli si ritengono utili all'attività del
MIUR e dell'UNAR;
quali
proposte del Circolo culturale Mario Mieli sono state recepite nei documenti
prodotti dall'UNAR destinati alle pubbliche istituzioni e in particolare a
quelle scolastiche;
se
ritenga opportuno l'accreditamento presso il MIUR, in qualità di ente di formazione, del Circolo
culturale intitolato a Mario Mieli, anche in considerazione del fatto che
l'intellettuale scomparso esortava alle più stravaganti pratiche sessuali, più
d'una delle quali proibite dalla legge;
se
l'UNAR conosce l'opera di Mario Mieli;
se non
ritenga opportuno accertare se altre associazioni che fanno parte del Gruppo
nazionale di lavoro dell'UNAR condividono le teorie di Mario Mieli su
individuo, sessualità e in particolare sull'infanzia;
se
non ritiene doveroso cancellare il Circolo Culturale Mario Mieli, intitolato ad
un aperto sostenitore della pedofilia, dall'elenco degli organismi/LGBT
consulenti dell'UNAR.
Sen. Giovanardi
Sen. Malan
Sen. Gasparri
Sen. Formigoni