Questa è la lettera al Direttore del Corriere della Sera che NON è stata pubblicata, in risposta all'articolo: " Le crudeli battute sugli ebrei" firmato in prima pagina da Paolo Mieli.
Caro Direttore,
complimenti a Paolo Mieli.
Prima di polemizzare con me su una registrazione fraudolentemente
carpita a Carlo Tavecchio in un colloquio privato quattro mesi
orsono, che associa in maniera strampalata ad una vicenda
riguardante l'ospedale israelitico di Roma, neppure si è
preoccupato di ascoltarla.
Se da storico o giornalista lo avesse fatto, si sarebbe accordo che
Umberto Eco lo ha tirato in ballo Massimiliano Giacomini e non
Tavecchio, e che la parola incriminata, in una frase di venti
secondi di elogio per gli ebrei, non è affatto chiara.
Confermo pertanto che condanno il ladro della conversazione e non la
vittima, di sicuro nei comportamenti amico di Israele e degli
ebrei, come riconosciutogli pubblicamente dall' Ambasciatore di
Israele e dal Presidente del Maccabi - Italia, l'associazione
sportiva ebraica.
Cordiali saluti
Sen. Carlo Giovanardi
Roma, 3 novembre 2015