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BERSAGLIO GIOVANARDI da: L'OCCIDENTALE.IT

Oggi in Senato

Bersaglio Giovanardi

di 
Eugenia Roccella 07 Luglio 2016

giovanardi

Difendere Giovanardi è praticamente un mestiere, visto che è necessario farlo con notevole frequenza. Attaccarlo, invece, è un’abitudine: lo si ingiuria o ridicolizza con distratta malevolenza, come fosse cosa normale, non solo consentita, ma quasi doverosa per quelli che, come diceva Kundera, danzano in cerchio.

Quelli, cioè, che sono perennemente confortati dal sostegno del gruppo, e in genere di gruppi che contano, che hanno potere; quelli che non hanno mai avuto la tentazione di uscire per un attimo dal conformismo rassicurante, e se hanno un dubbio, un fuggevole pensiero non allineato, lo espellono velocemente dalla mente e dal cuore.

Ecco, Giovanardi è per costoro, un bersaglio disegnato apposta, e non è un caso se la sua sagoma a grandezza naturale finì, un paio di anni fa, al Gay village di Roma, per essere trafitta dalle freccette tirate dai visitatori.

Il Parlamento, però, non è il Gay Village, e un giochetto del genere non dovrebbe essere consentito. Invece oggi, al Senato, la presidente di turno, Linda Lanzillotta, ha alimentato un clima aggressivo e incivile, e piuttosto che zittire i facinorosi ha preferito zittire Giovanardi.

Cosa è successo? Mentre si commemoravano le vittime di Dacca, e si discuteva, dopo la relazione del ministro Gentiloni, dell’ennesimo (e particolarmente efferato) attacco islamico, qualcuno ha introdotto il tema del giovane nigeriano ucciso a Fermo. Iniziano quindi i commenti di condanna. C’è chi si commuove sul fatto che forse saranno donati gli organi del giovane morto, chi ricorda l’odissea della coppia per arrivare in Italia, chi racconta la reazione degli abitanti di Fermo, che hanno organizzato una marcia di solidarietà.

Giovanardi prende la parola, ma viene immediatamente subissato di fischi e insulti. Perché? Ha appena avuto il tempo di dire che i fatti andavano approfonditi, “può essere verissimo che un pazzo, un balordo, un violento abbia commesso l’omicidio” e di aggiungere “ma trovo sgradevole che…” quando l’aula comincia a rumoreggiare, fino a coprire la sua voce.

La presidente, invece di far tornare la calma, lo interrompe con questo stupefacente intervento: “ Le avevo dato la parola per associarsi, se lei non sa di cosa stiamo parlando… Il senatore Carraro ha chiesto di associarsi, ha la parola.”. Cioè: ti do la parola solo se ti vuoi “associare”, cioè se segui il canovaccio che io giudico adeguato. Altrimenti, zitto.

Giovanardi ha poi spiegato che trovava sgradevole accostare un fatto come quello di Fermo, terribile e doloroso, ma assimilabile ad altri atti di violenza - a sfondo razzista o no - all'eccidio di Dacca e agli attacchi terroristi dell'Isis.

Non ha avuto modo di dirlo. 


 
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