"L'ultimo
episodio relativo a un parlamentare a cui e' stato impedito di parlare
in Aula risale al 1925 quando i pochi oppositori del fascismo venivano
subissati di insulti e minacce e gli veniva tolta la parola. Ho
ricordato questa verità storica questa mattina in una trasmissione a La7
parlando della incredibile censura preventiva che ho subito ieri in
Senato. Con mia grande sorpresa il sottosegretario Gennaro Migliore, che
ieri in Aula rappresentava il Governo invece di deplorare l'accaduto,
lo ha giustificato meritandosi la mia opinione, che ribadisco, di un suo
atteggiamento fascista", a dirlo Carlo Giovanardi, senatore di Idea.
Intervenuto stamattina su Radio Cusano Campus, Giovanardi è tornato
su quanto accaduto ieri in Senato: "E' la prima volta nella storia
repubblicana che viene fatta una censura preventiva a un senatore che ha
il diritto di esprimere la sua opinione. La presidenza mi ha tolto la
parola e mi hanno ricoperto di insulti, gridandomi verme e altre cose.
All'ordine del giorno c'era la strage di Dakka, poi la presidente ha
iniziato un giro di interventi per commentare la tragedia di Fermo.
Secondo me mettere sullo stesso piano la morte di nove nostri
connazionali con quello che e' successo a Fermo non e' una cosa giusta".
"Io ho detto che se un pazzo uccide una persona, come accaduto a
Fermo, e' una cosa gravissima. Poi la presidente mi ha tolto la parola.
C'e' stata una indignazione preventiva. Io ho regolarizzato 700.000
extracomunitari, ieri ho avuto la solidarieta' della comunita'
nigeriana, e voglio poter dire che in Italia non siamo tutti razzisti e
non siamo tutti xenofobi. Mi e' stato negato questo
diritto. Sull'episodio di Fermo, poi, ci sono versioni totalmente
contrastanti. A Roma qualche giorno fa un balordo ha fatto annegare un
ragazzo di 18 anni. Perche' non l'abbiamo commemorato?".
"Se non canti nel coro con lo stesso tono del coro vieni linciato e
offeso, come e' accaduto a me ieri. Sono veramente preoccupato, perche'
la censura preventiva non si e' mai vista. Mica siamo alla camera dei
fasci e delle corporazioni. Dovevo usare la parola 'razzista'? Quel
balordo che ha ammazzato il ragazzo americano e' xenofobo e ce l'ha con
gli americani? I processi vanno fatti in tribunale, alla fine di un
processo emerge la verita'. Che sia morta una persona l'ho definita una
cosa gravissima. Sono stato linciato, viene linciato immediatamente
chiunque si pone un problema".
"Se il Presidente avesse garantito il mio diritto di parlare davanti
ad una becera ed immotivata aggressione da parte dei senatori del Pd e
del M5S avrei spiegato che ritenevo una cosa orribile che un balordo, un
pazzo, un violento avesse ucciso un cittadino extracomunitario di
colore, un mio fratello, ma che trovavo sgradevole il tentativo di
mettere sullo stesso piano, la stessa mattina, senza che fosse
all'ordine del giorno, il dibattito con il Ministro degli Esteri sui 9
italiani torturati e sgozzati a Dacca con un singolo episodio di
follia", aveva detto ieri Giovanardi, riferendosi alle proteste in Aula al Senato contro il suo intervento.
Proteste delle quali Giovanardi riporta il resoconto stenografico e
nelle quali spiccano le parole ("sei verme", "caccialo fuori") rivolte
al senatore Idea da alcuni esponenti del M5S. "In Aula - continua Giovanardi
- è stato totalmente ignorato il diciottenne americano ammazzato a Roma
da un altro balordo né tanti altri episodi che hanno coinvolto italiani
o extracomunitari: respingo pertanto con forza e determinazione il
tentativo di censura preventiva delle opinioni in Senato ed il maldestro
tentativo di accumunare l'Italia aperta, generosa accogliente, attonita
per il comportamento di qualche imbecille, con la sistematica
eliminazione di persone parimenti innocenti che pagano soltanto il fatto
di non essere in grado di citare il Corano".
"E' assurdo e ridicolo ritenere che il collega Giovanardi, da sempre
in prima linea nel denunciare le violenze contro i cristiani nel mondo,
possa avere anche solo pensato di esprimere qualcosa di diverso dalla
più ferma condanna di un fatto che è ancora più preoccupante e
paradossale, ovvero l'uccisione di un giovane cristiano sfuggito alla
persecuzione nella sua terra, proprio nel momento in cui si credeva al
sicuro in un Paese dove vige la libertà religiosa", sottolinea il
senatore Gaetano Quagliariello, presidente del movimento 'Idea'.
"E' molto grave – prosegue Quagliariello – il modo
in cui è stato zittito appena ha aperto bocca per dire di voler capire
cosa fosse successo, censurato preventivamente senza che potesse
articolare il suo pensiero né esprimere il benché minimo concetto,
privato della parola nel pieno di un dibattito parlamentare con l'accusa
di non essersi 'associato' alle modalità espressive di chi aveva
parlato prima di lui. E' incredibile che nell'aula del Parlamento viga
il divieto di esprimere un pensiero autonomo rispetto a quello al quale
la presidenza impone di doversi 'associare', e che tale pensiero possa
essere stigmatizzato senza neanche aver avuto la possibilità di
esprimerlo”.
“Se peraltro il diritto di parola del senatore Giovanardi fosse stato
salvaguardato - conclude Quagliariello -, ci si sarebbe accorti che
nessuna delle accuse rivolte nei suoi confronti aveva il minimo
fondamento".
"Carlo Giovanardi riceve la solidarietà di esponenti della comunità nigeriana, come il presidente del centro Namaste',
Edmund Nebo, che, dopo aver ricordato che il senatore ‘è sempre stato
amico degli extracomunitari che vogliono integrarsi e dare un futuro
alle loro famiglie in Italia’, stigmatizza ‘l'incredibile aggressione’
da lui subita oggi in Parlamento. Niente scuse né ripensamenti, invece,
dalla presidente di turno, Linda Lanzillotta, che ha tranquillamente
tollerato che in aula venisse fischiato e gli fosse impedito di
parlare," il commento della deputata Eugenia Roccella.