Migrante ucciso: difesa replica a legale compagna Rinunciato a azione civile perché in cambio non denunciata
(ANSA) - ANCONA, 18 GEN - Chenyere, la compagna del migrante nigeriano ucciso a Fermo, "ha rinunciato all'azione civile a fronte sì, dei 5.000 euro, ma anche dell'assicurazione che Mancini non l'avrebbe denunciata per le dichiarazioni false circa la dinamica dei fatti da lei rilasciate alla polizia giudiziaria". Così i difensori dell'uomo, gli avv. Francesco De Minicis e Savino Piattoni, replicano alle dichiarazioni del legale della donna. "Nessun testimone, a parte la stessa Chenyere - aggiungono - è stato ritenuto dai giudici e dalla Procura inattendibile o ininfluente: al contrario, proprio la piena credibilità assegnata ai testimoni oculari ha determinato la concessione dell'attenuante della provocazione, che non avrebbe avuto, altrimenti, fondamento alcuno”.(ANSA).
Roma, 18 gen. (AdnKronos) - Amedeo Mancini ha patteggiato una pena a quattro anni per l'omicidio di Emmanuel Chidi Namdi, il nigeriano di 36 anni morto a Fermo a luglio scorso. Lo riferisce il legale di Mancini, l'avvocato Francesco De Minicis. "E' stata riconosciuta l'aggravante razziale - spiega all'Adnkronos De Minicis - è stata considerata insussistente l'aggravante per motivi abietti e da non applicare la recidiva. E' stata riconosciuta l'attenuante della provocazione". Dalla conclusione, cioè, secondo l'avvocato di Mancini, si evince la ricostruzione di quanto accaduto: "C'è stato un insulto iniziale di Mancini, la reazione aggressiva da parte di Emmanuel, una colluttazione che dura molto tempo e alla fine un pugno di Mancini che fa cadere Emmanuel che batte la testa e muore". "Questa conclusione - continua il legale - conferma che i testimoni oculari dicevano la verità". Oggi è stato anche raggiunto un accordo con la vedova di Emmanuel: "Mancini - sottolinea il legale - si è impegnato a versare 5mila euro per contribuire alla traslazione della salma in Nigeria, ma la vedova ha rinunciato a qualsiasi risarcimento a fronte della rinuncia di Mancini a denunciarla per falsa testimonianza". La conclusione della vicenda giudiziaria, secondo l'avvocato De Minicis, "pone fine a una campagna di odio che c'era stata in questa città e nel paese e all'enfatizzazione della vicenda senza alcun fondamento. Si è trattato di una brutta cosa, ma non dell'omicidio volontario ed efferato che all'inizio sembrava".