Idea astenuta su ddl cyberbulismo: "impone teoria gender a scuola" Inaccettabile il riconoscimento alle "associazioni di genere" Roma
31 gen. (askanews) - I senatori di Idea Popolo e libertà Andrea Augello, Luigi Compagna Carlo Giovanardi e Gaetano Quagliariello non hanno votato il disegno di legge sul cyberbullismo approvato oggi al Senato, trasmesso in quinta lettura alla Camera per l' ok definitivo.Giovanardi ha motivato l'astensione di Idea per l'inserimento nel testo delle "associazioni di genere" che saranno chiamate a far parte della commissione istituita presso il ministero per formulare il piano nazionale contro il cyberbullismo e che saranno anche destinatarie dei finanziamenti a livello provinciale. "Siamo così davanti al paradosso - ha dichiarato Giovanardi - che per combattere il cyberbullismo saranno chiamate tutte le associazioni che si interessano dei diritti dei minori e degli adolescenti sotto il punto di vista della razza, della nazionalità, degli handicap, dell'orientamento sessuale ecc., mentre un ruolo specifico viene attribuito alle sole "associazioni di genere". "Si continua così- ha concluso l'ex ministro- a voler imporre in qualsiasi modo la teoria gender nelle scuole, contro il quale si sono mobilitate milioni di famiglie, sciupando così l'occasione di un voto che poteva essere unitario contro il cyberbullismo".
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Legislatura
17ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 751 del
31/01/2017
SENATO
DELLA REPUBBLICA
------ XVII LEGISLATURA ------
751a
SEDUTA
PUBBLICA
RESOCONTO
STENOGRAFICO
MARTEDÌ
31 GENNAIO 2017
_________________
Presidenza
della vice presidente LANZILLOTTA,
indi
del vice presidente GASPARRI
Seguito
della discussione del disegno di legge:
(1261-B)FERRARA
Elena ed altri. -
Disposizioni
per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del
cyberbullismo
(Approvato
dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati) (Relazione orale)
(ore
16,40)
Approvazione,
con modificazioni, con il seguente titolo: Disposizioni
a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno
del cyberbullismo
GIOVANARDI
(GAL
(GS, PpI, M, Id, E-E, MPL)).
Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE.
Ne ha facoltà.
GIOVANARDI
(GAL
(GS, PpI, M, Id, E-E, MPL)).
Signora Presidente, purtroppo siamo alle solite: siamo di fronte a un
provvedimento che dovrebbe trovare il consenso di tutti, che qui in
Senato, in seconda lettura, era stato emendato con il consenso di
tutti, perché l'obiettivo dovrebbe essere la lotta al bullismo e al
cyberbullismo, e poi, improvvisamente, assistiamo invece ad un
dirottamento a sorpresa rispetto all'obiettivo, come credo sia
avvenuto raramente in Parlamento. Il relatore e il Governo, esprimono
parere favorevole su un emendamento del collega Malan, che era
semplicemente di buon senso e riportava il testo a quello che avevamo
già votato in Senato, con l'obiettivo di combattere il bullismo e il
cyberbullismo. Del resto, cosa aveva detto il Governo - e ringrazio
la sottosegretaria D'Onghia - prima che venisse bocciato il nostro
emendamento e che il relatore cambiasse inopinatamente idea? La
sottosegretaria D'Onghia aveva detto che nel testo parlavamo di
associazioni con comprovata esperienza nella promozione dei diritti
dei minori e degli adolescenti. Il Governo era d'accordo con il
relatore nell'accogliere il nostro emendamento, perché si sarebbero
garantite tutte le associazioni che si occupano dei diritti dei
minori e degli adolescenti senza escludere nessuno, essendoci tante
associazioni che si occupano anche di altri diritti. Il testo
riguardava l'orientamento sessuale, la razza, l'handicap, riguardava
tutto. Ma no, una manina, in Senato, ha voluto metterci il problema
del genere, delle associazioni di genere, come ad esempio come la
«Mario Mieli» che ancora collabora con il Governo italiano - e
abbiamo chiesto al Sottosegretario di sapere fino a quando - che è
intitolata a un signore che inneggiava alla pedofilia, che
autorizzava la pedofilia, la coprofagia, i rapporti sessuali fra il
padre e il figlio e la madre e la figlia, e ancora collabora con il
Governo. Abbiamo avuto in precedenza i libretti dell'UNAR mandati
nelle scuole (vi ricordate?) con i due pinguini maschi che facevano
l'uovo, spiegati ai bambini di tre o quattro anni. Infatti, questa è
la spinta del penetrare nelle scuole non per fare guerra al bullismo
e al cyberbullismo, ma per introdurre - come onestamente ha detto il
collega Lo Giudice, che è intervenuto - qualcosa che va oltre gli
altri.
Qui
si tratta di educare - sempre con la questione del cyberbullismo - a
una teoria del genere, che non è l'orientamento sessuale, è quello
che è stato portato nelle scuole, che però si nega esistere. Non
esiste la teoria del genere, che però fa stampare libretti, li fa
introdurre nelle scuole e spiega che due maschi possono mettere al
mondo un bambino. Mi diranno poi come spiegano a un bambino di
quattro anni come questo sia possibile, salvo che il bambino lo si
vada comprare, come quel signore oggi, quell'avvocato che se l'è
comprato ed è stato rinviato a giudizio, naturalmente falsificando
tutta una serie di carte.
Allora
che cosa succede? Succede che una cosa che era logica, che era
naturale e scontata diventa un presupposto ideologico per fare
qualcosa di diverso.
E
non vi sfugge che, ai fondi già stanziati, se ne aggiungono altri
200.000 che andranno, in tutte le Province italiane, a coloro che
portano avanti questa battaglia, ma non solo a quelli che giustamente
sono impegnati, specificatamente, sul fronte del bullismo. Infatti,
chi conosce le scuole sa che il bullismo consiste nel prendere in
giro la persona perché ha il colore della pelle diverso, o nel fatto
che la ragazzina imbarazzata, perché magari ha un fisico sgraziato,
viene tagliata fuori dalle cene di classe e soffre pesantemente
questa sua situazione; è prendere di mira l'handicappato, il
balbuziente. Sono tantissimi i casi in cui il branco si sfoga contro
la persona che è in difficoltà. Allora perché aver voluto
introdurre questo elemento? Perché voler continuare questa lotta
ideologica che nulla ha a che fare con l'omofobia?
Qui
di nuovo sento i colleghi, che hanno fatto cambiare parere al
relatore, parlare di omofobia e mi viene in mente Scalfarotto che
voleva incriminare e rinviare a giudizio, per la sua dichiarazione,
Giovanardi, perché si è limitato a dire che in tutti i mondi, sia
quelli omosessuali che eterosessuali, ci sono comportamenti giusti e
comportamenti sbagliati, perché ci sono persone che sbagliano
ovunque. E questa sarebbe stata omofobia, secondo lui.
Credo
che, per l'ennesima volta, qui si sia fatta un'operazione sbagliata.
Come con gli incidenti stradali: eravamo stati bravi, avevamo tolto,
al Senato, tutti quegli elementi sugli incidenti stradali che
avrebbero trasformato la norma non nella lotta contro i pirati della
strada, ma contro quelli che hanno la sfortuna di avere un incidente
stradale, anche se vanno pianissimo, e si vedono rovinata la vita.
Adesso tutti scrivono, a cominciare dalla Corte di cassazione, che la
legge è completamente sbagliata, ma noi, in prima battuta, l'avevamo
fatta giusta: è stato il Governo che allora ci impose di modificarla
nella maniera sbagliata in cui è stata modificata.
Questa
volta, devo dire che il Governo si è comportato bene, perché
davanti al voltafaccia inopinato del relatore, ha tentato di
spiegare, pur rimettendosi all'Assemblea, che bocciare l'emendamento
era un grave errore politico, era usare uno strumento giusto pensato
per combattere un fenomeno ignobile, piegandolo a una colonizzazione
di tipo ideologico. Una maggioranza ha bocciato l'emendamento ed è
questa la ragione per la quale, almeno per quanto mi riguarda, mi
asterrò su questo provvedimento. Perché, noi non parliamo solo alle
persone in quest'Aula; parliamo anche a milioni e milioni di
italiani, di famiglie e di genitori che sono stanchi di essere presi
in giro, sì proprio di essere presi in giro, attraverso questa
colonizzazione.
Ultima
cosa che voglio far notare - e vorrei che il Sottosegretario lo
dicesse al Ministro - è che non mi sfugge che il Ministro, quand'era
parlamentare, insieme ad altri colleghi, aveva presentato un disegno
di legge che stanziava 200 milioni di euro (non ho sbagliato: 200
milioni di euro) per l'insegnamento del gender
nelle scuole, che per fortuna è ancora fermo e spero che non vada
avanti, anche se la prima firmataria è diventata Ministro. Però -
sapete - se si presentano disegni di legge di quel tipo, con 200
milioni di euro stanziati per il gender
nelle scuole, e il primo firmatario diventa Ministro della pubblica
istruzione, si arriva in Aula, si parla di cyberbullismo e viene
inserito proprio, di nuovo, la teoria del gender
e viene finanziata e il piano nazionale viene fatto non da coloro che
sono specificamente impegnati nell'educazione degli adolescenti,
degli studenti e dei fanciulli, ma si aggiunge questo dato
ideologico, è evidente che quello che è stato nella mente non di
tutti, ma di tanti colleghi, non era la battaglia contro il bullismo,
ma era continuare le loro battaglie, approfittando anche di questa
legge.
Ma,
poiché milioni e milioni di italiani, di genitori e famiglie ci
ascoltano, vorrei lasciare almeno una testimonianza della forzatura
incredibile e inusitata posta in essere in Aula dal relatore e dal
Governo, che in dieci secondi hanno cambiato idea e modificato il
parere positivo espresso su un emendamento riferito al provvedimento.
Almeno per quanto ci riguarda e riguarda me personalmente - noi siamo
un Gruppo composito - in merito all'idea, al popolo e alla libertà,
esprimeremo un voto di astensione. (Applausi
dal Gruppo GAL (GS, PpI, M, Id, E-E, MPL)).