Aemilia: atti su Giovanardi al vaglio del Gip Intercettazioni e tabulati, deciderà se inviarli al Senato
(ANSA) - BOLOGNA, 26 APR - Alcune intercettazioni e tabulati telefonici che riguardano Carlo Giovanardi, senatore di Idea, sono al vaglio del Gip del tribunale di Bologna Alberto Ziroldi che deve valutarli, decidendo se chiedere o meno al Senato l'autorizzazione ad utilizzarli.Giovanardi è indagato insieme ad altri dalla Dda di Bologna in uno dei filoni dell'inchiesta 'Aemilia' per presunte pressioni alla Prefettura di Modena per salvare dall'interdittiva antimafia una società di costruzioni, la Bianchini, il cui titolare è attualmente a processo. Le telefonate, quattro, furono intercettate in un diverso fascicolo di indagine, poi archiviata, ed erano con il responsabile di un'altra ditta. I tabulati furono invece chiesti, ma per altre persone, nel corso dell'indagine sulla prefettura. All'udienza erano presenti i Pm Marco Mescolini e Beatrice Ronchi e i difensori degli indagati, tra cui il figlio del parlamentare, avvocato Davide Giovanardi, e l'avvocato Alessandro Sivelli di Modena. Il parlamentare non era presente. Nell'indagine Dda sono ipotizzati a vario titolo i reati di rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio e minaccia o violenza a un corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato, con l'aggravante di aver rafforzato l'associazione 'ndranghetistica emiliana. Il giudice dovrà valutare l'ammissibilità di conversazioni in cui il parlamentare fu intercettato in maniera 'indiretta', cioé non era lui ad essere sottoposto ad ascolto investigativo. E di tabulati acquisiti nei confronti di altri. Secondo le difese i Pm, quando li acquisirono, stavano già di fatto indagando su Giovanardi e in conseguenza del suo status di parlamentare avrebbero perciò dovuto chiedere l'autorizzazione prima e non dopo. "Non ho mai avuto contatti diretti o indiretti con esponenti della 'Ndrangheta. Sono solo intervenuto per le imprese modenesi, salvandole", aveva detto Giovanardi quando uscì la notizia dell'indagine a suo carico. "Ho sempre svolto - aveva aggiunto - l'attività in aula, in commissione antimafia, presentando emendamenti e interrogazioni, ed è tutto agli atti, con una radicale critica a come venivano gestite le interdittive perche' non venivano fatte per salvare le aziende, ma per distruggerle. Ma la mia è stata un'attività di parlamentare, le cui prerogative ho esercitato in maniera rigorosa, visto che tra i miei compiti c'è anche il sindacato ispettivo".