BIOTESTAMENTO,
Dai banchi della sinistra urla, proteste e offese per contestare la
verità dei fatti, testimoniata dalla comunità scientifica e da
qualificati giuristi, che ho denunciato in Aula sulla deriva
eutanasica in Europa e il tentativo di introdurre nel nostro
ordinamento forme di eutanasia passiva.
GIOVANARDI
(FL (Id-PL, PLI)).
Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE.
Ne ha facoltà.
GIOVANARDI
(FL (Id-PL, PLI)).
Signor Presidente, in effetti ci fu un momento - io c'ero e l'ho
vissuto - qualche anno fa, in cui il Senato visse una giornata
drammatica, piena di tensione e di emozione e ricordo ancora l'urlo
con cui il senatore Quagliariello diede la notizia, mentre parlavamo
dello stesso argomento di cui stiamo parlando oggi, della morte di
Eluana Englaro ed espresse anche giudizi pesanti sulle responsabilità
che avevano portato a quella morte atroce. Ricordo infatti che siamo
partiti da un caso, che si potrà ripetere, di una persona che non
era affatto gravemente malata e non soffriva affatto, anzi dal punto
di vista fisico stava bene. (Commenti
del senatore Manconi).
Come ho detto, poteva vivere magari una vita vegetale, ma non aveva
nessun tipo di dolore e si trovava in una situazione in cui altre
migliaia di persone si trovano in questo momento, amorevolmente
curate in istituti che garantiscono la dignità della loro vita anche
se hanno delle imperfezioni. So che alcuni colleghi sono nostalgici
del tempo, nell'altro secolo, in cui queste persone venivano
eliminate per il loro bene. Io invece sono dell'idea, visto che la
storia si ripete, che non ci si debba mettere nuovamente sul piano di
stabilire se una vita sia degna o meno di essere vissuta. Ho detto e
sono convinto che dalle mani amorose delle suore, dalle quali come
dentro una placenta quella creatura veniva assistita, al fatto di
averla proiettata in una stanza e averla fatta morire in alcuni
giorni senza nutrirla di una morte orribile non sia un grande
vantaggio, ma quello fu l'episodio sul quale tutta l'Italia si
interrogò. Il Partito Democratico, in quella occasione, sottoscrisse
un documento concorde con il resto del Parlamento in cui si diceva
che comunque nutrizione e idratazione non sono terapie e devono
essere sempre garantite, cioè esattamente il contrario di quello che
ci dicono oggi. Cosa è successo in cinque anni per provocare una
svolta così radicale e per aprire la porta a vicende come quelle che
abbiamo vissuto?
Torno
a riproporre il problema. Penso alle migliaia di persone che sono
assistite - bambini, minorenni e piccoli - negli istituti che seguono
un qualcosa che è irrecuperabile dal punto di vista medico, perché
ci sono patologie che non fanno soffrire, come non soffriva Luana, ma
che non danno speranza. In Belgio, Olanda e altre nazioni europee
stanno risolvendo il problema come nel secolo passato (si veda il
protocollo di Groningen): li sopprimono. Io sono dell'idea che
sopprimerli ci riporti alle barbarie del secolo passato. Questo è
quello che sta succedendo in Europa e ciò a cui il provvedimento in
esame apre le porte, affinché accada anche in Italia.
Mi
sembra che questo sia non un passo in avanti, bensì un gigantesco
passo indietro rispetto a una concezione della vita che vale solo
quando è perfetta. Prima della nascita, se sei Down vieni eliminato.
Dopo la nascita, se hai qualche patologia aggravante vieni eliminato.
Se sei anziano, versi in certe condizioni e la tua vita non è degna
di essere vissuta, vieni eliminato. Questo è lo scenario che abbiamo
davanti in Europa. Questa è deriva verso cui andiamo.
La deriva storica del positivismo del Nord Europa, fatto proprio poi
da tutta la scienza medica tedesca alla fine degli anni Trenta, non è
un accidente della storia. (Commenti
dal Gruppo PD).
Quando quei medici e la cultura tedesca si sono prestati a cavalcare
con entusiasmo queste aberrazioni, un intero popolo li ha seguiti e
la storia si può ripetere. Certo, di fronte a quegli orrori, dopo la
guerra sono state sottoscritte convenzioni internazionali che hanno
cercato di mettere un freno. Oggi c'è la Convenzione di Oviedo, che
stabilisce una cosa che voi violate con il provvedimento in esame,
relativamente ai desideri e alle disposizioni tassative. (Applausi
della senatrice Rizzotti).
Cosa
proponiamo con l'emendamento in esame? Anzitutto nella parte segreta
proponiamo quello che il Parlamento, all'unanimità, ha pensato anni
fa. Abbiamo anche aggiunto, ad
adiuvandum, «ad
eccezione del caso in cui nei pazienti in fase terminale le medesime
non risultino più efficaci secondo i criteri di competenza clinica».
In altre parole, il paziente muore per la malattia che ha, muore per
la patologia che ha, muore sedato senza soffrire, non muore perché
viene fatto morire, quindi con un'eutanasia passiva. Questo è un
punto fondamentale, su cui richiamo i colleghi, perché quando, di
qui a pochi mesi e anni, cominceranno per via giudiziaria le
soppressioni, ad esempio, dei minorenni gravemente ammalatati di
patologie, che non hanno una speranza di guarigione completa...
(Vivaci commenti dai
Gruppi PD e
Art.1-MDP).
PRESIDENTE.Senatore
Giovanardi, la invito a concludere.
GIOVANARDI
(FL (Id-PL, PLI)).
Sta succedendo. Sapete che è così! Sapete che in Belgio è così! E
sapete che in Italia sarà così! (Proteste
dai Gruppi
PD e Art.1-MDP).
Questa è la grandissima responsabilità che vi state assumendo.
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GIOVANARDI
(FL (Id-PL, PLI)).
Domando di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE.
Ne ha facoltà.
GIOVANARDI
(FL (Id-PL, PLI)).
Signor Presidente, questo è un altro punto molto delicato del
disegno di legge, perché la legge, poi, dovrà calarsi nelle
situazioni concrete. Nei
giorni scorsi ho sentito un collega parlare di accanimento. Ad
esempio, i medici, dopo che è stata determinata la morte clinica di
un infartuato, tentano per altri venti minuti di rianimarlo e molte
volte, dopo venti minuti, mezz'ora, riescono a rianimarlo e a
riportarlo a una vita di relazione completa: quello non è
accanimento. Ma in molti pronto soccorso questi medici vengono
criticati. Infatti, nel momento in cui un infartuato appare morto e
il cuore non batte più, si chiude la pratica in maniera sbrigativa.
Io, invece, sono per una cultura non che chiuda la pratica in maniera
sbrigativa. (Commenti
dal Gruppo PD).
FORNARO
(Art.1-MDP).
Che cosa c'entra?
MIRABELLI
(PD).
Ma dove succedono queste cose?
GIOVANARDI
(FL (Id-PL, PLI)).
Signori, capisco che vi agitate non sapendo di cosa parlate.
PRESIDENTE.
Colleghi, così ritardiamo solo i lavori. Consentiamo l'intervento.
GIOVANARDI
(FL (Id-PL, PLI)).
Abbiamo decine di documenti, da una lettera del Centro studi Rosario
Livatino, che sarebbe un eroe della lotta contro la mafia,
sottoscritta da giuristi e medici e indirizzata a tutti i deputati e
i senatori questa mattina, a fior fior di professionisti che ci hanno
segnalato queste criticità. Se voi pensate di superarle urlando, non
le superate. Abbiamo sentito l'ex Presidente di Scienza e vita dirci
delle cose assolutamente sagge e documentate e sono state tutte
respinte. Stiamo
parlando di cose serie, compreso il comportamento nei pronto soccorso
- e lo vedremo anche negli articoli successivi - nel rapporto tra
medico e fiduciario, ad esempio, che, come vediamo, finirà davanti
al magistrato. Sarà il magistrato, infatti, a decidere davanti al
medico che gli porta il caso di un infarto, un ictus,
un trauma, una rianimazione. Se il fiduciario gli dice che il
paziente non vuole essere rianimato o intubato e il medico dice
che... (Commenti dal
Gruppo PD). Ma
c'è scritto nella legge!
FORNARO
(Art.1-MDP).
Che cosa c'entra?
GIOVANARDI
(FL (Id-PL, PLI)).
È scritto nella legge che deve andare davanti a un magistrato a
decidere in caso di disaccordo. Ma lo avete letto quello che state
per approvare? Questi
sono nodi reali, non solo per chi darà le disposizioni, ma anche per
milioni di italiani, che dovranno confrontarsi con questo nuovo clima
culturale e con questa nuova accezione di delegittimazione dei
medici. Non risolvete il problema urlando e neanche umiliando il
Senato. Infatti,
se fossimo in situazioni normali e non in uno spot
elettorale (che vi ha sempre portato fortuna: mi ricordo quello sul
Titolo V e vi ringrazio perché lavorate per il centrodestra, anche
dimostrando questo tipo di chiusura assoluta), se fossimo in
condizioni normali di dialettica parlamentare, alcune delle
osservazioni fatte dal senatore Romano sarebbero state accettate e,
davanti a obiezioni come quelle che sono state mosse dalla collega
Rizzotti, ci sarebbe stata attenzione. Ma voi marciate con le urla e
non con i ragionamenti. Questi problemi si apriranno tutti. Speriamo
che nella prossima legislatura ci sia qualcuno più saggio di voi,
come il Titolo V, che sappia rimediare ai vostri errori.
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GIOVANARDI
(FL (Id-PL, PLI)). Domando di parlare per dichiarazione di
voto.
PRESIDENTE. Ne ha
facoltà.
GIOVANARDI (FL
(Id-PL, PLI)). Signor Presidente, qui si ripropone uno dei temi
principali di questa legge di civiltà.
Al pronto
soccorso arriva in stato di incoscienza un paziente che ha avuto un
ictus, un trauma cranico o un infarto: il medico spiega al
fiduciario che il paziente si può salvare, che ci sono le condizioni
per rianimarlo, per intubarlo e per salvarlo, ma il fiduciario si
oppone e risponde di no.
FORNARO
(Art.1-MDP). Con un infarto?
PRESIDENTE.
Senatore Fornaro, per cortesia, la tengo qui fino alle 22 questa
sera!
GIOVANARDI (FL
(Id-PL, PLI)). Capisco la sua tradizione politica e la sua
storia, ma la nostra è diversa, per fortuna.
Che cosa fa in
quel caso il medico? Deve ricorrere al magistrato, cioè davanti
all'emergenza - appunto ictus, trauma cranico o infarto - e
alla possibilità di salvare il paziente, deve andare ad aprire una
controversia dinanzi ad un magistrato. Bella scelta di civiltà.
Questo
emendamento prevede che ci sia almeno un'istanza superiore, magari
con la valutazione di un collegio di medici, che può immediatamente
intervenire o impedire che anche la vita o la morte di una persona in
questo Paese siano messe in mano ai vari Ingroia, cioè ai
magistrati. Ce ne sono di bravissimi, ma ce sono anche di totalmente
incompetenti ad entrare in questioni così delicate.
Viene dunque
esautorato il medico, che può salvare una vita umana e viene invece
incaricato il magistrato di decidere, magari tre o cinque giorni
dopo, o anche una settimana dopo, quando invece una settimana prima
quella persona si sarebbe potuta salvare. Bella legge di civiltà,
complimenti.
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GIOVANARDI
(FL (Id-PL, PLI)). Domando di parlare per dichiarazione di
voto.
PRESIDENTE. Ne ha
facoltà.
GIOVANARDI (FL
(Id-PL, PLI)). Signor Presidente, intervengo semplicemente per
ribadire ciò che la senatrice Bianconi ha sottolineato
precedentemente.
Queste sono tutte
variazioni su una realtà che chi legge i giornali e si informa
conosce. Penso al fatto che in Olanda o in Belgio il numero di
persone che vengono soppresse o accettano di essere soppresse è
aumentato in maniera esponenziale; siamo a migliaia di casi. Mi
riferisco, inoltre, ai drammi che vivono coloro che tentano di
revocare in extremis le disposizioni che avevano dato dieci o
venti anni prima. Basta leggere i giornali e la cronaca per sapere
cosa ci aspetta domani nel momento in cui abbiamo appurato che, per
sottoscrivere queste disposizioni, non c'è alcuna formalità. Come
il collega Romano ha evidenziato, addirittura ci sono delle discrasie
tra l'indicarle e poi nominare il fiduciario in un'altra DAT. Per
rivederle o farle scadere - manco fosse una carta d'identità per il
cui rinnovo si è severissimi e rigorosi - pur avendole fatte venti o
trenta anni prima, è incastrato in un meccanismo da cui è
difficilissimo uscire.
Vorrei capire
come si possa essere partiti dai casi di persone permanentemente
lese, con il problema di staccare la spina o di malattie generative,
dai casi che hanno commosso l'Italia per poi arrivare alla logica
totalmente perversa che indica un'ideologica propensione a far sì
che una dichiarazione o un'affermazione, che uno fa in vita quand'è
giovane e forte e non si aspetta di avere malattie in vecchiaia,
possa prevalere su tutto e rendere difficilissimo uscire da una certa
situazione, anche quando il medico è in grado di dire che il
paziente può essere salvato.
Non capisco
perché vengano bocciati tutti questi emendamenti e perché qualcuno,
proprio a sproposito, abbia tirato in ballo la scienza. Tutta la
scienza che ha parlato qua e chi per tutta la vita si è dedicato
alla bioetica e alla delicatezza di questi problemi ha
scientificamente dimostrato che queste norme sono sbagliate.
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