Dopo la cosiddetta versione teologica ribadita dal Vescovo Monsignore Enrico Solmi, anche il mondo della politica prende posizione sulla molto discutibile e assai contestata decisione del Sindaco Pizzarotti di riconoscere i figli di coppie omogenitoriali. “Siamo passati dalla civiltà all’inciviltà parmigiana”. Queste le parole del Sen. Carlo Giovanardi durante la conferenza-stampa all’Hotel Villa Ducale, a cui hanno partecipato Gianfranco Zannoni, Presidente Acli e Capogruppo nel Consiglio Comunale dal 1998 al 2011, e l’ex sindaco Pietro Vignali (2007-2011). “La Responsabile del Cerimoniale del Comune mi ha invitato all’accesso agli atti. Un’affermazione paradossale e farsesca perchè su tutta la stampa la vicenda è stata argomentata e documentata. Sarà comunque l’amico Zannoni a procedere in tale direzione”. L’ex Ministro dei Rapporti con il Parlamento del II e III Governo Berlusconi (2001-2006) ha soprattutto puntato l’indice contro Pizzarotti. “Pretende di insegnarci cosa è l’amore, ma si dimentica di tutelare i bambini che sono la cosa più importante”. Giovanardi sottolinea le misure di carattere legislativo varate quando era Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alle Politiche della Famiglia del IV Governo Berlusconi (2008-2011). “Caro sindaco non sai che i bambini sono parificati dentro e fuori il matrimonio e che l’utero in affitto è un reato, oltre che un delitto in quanto tende alla mercificazione del minore attraverso la fecondazione dell’ovulo da parte dei genitori naturali che diventano praticamente estranei. L’unione civile è una formazione sociale, ma non è una famiglia”.
Uno scenario che proprio l’ex sindaco Vignali aveva illustrato su facebook tre settimane fa.
Un augurio per le Feste e non solo: Parma torni ad investire sulla famiglia
Amici miei, vogliate darmi l’occasione per riflettere insieme sul senso di queste Feste, che devono essere un momento di gioiosa condivisione in famiglia e di rilancio, se ci riusciamo. Il 2018 ci lascia in questi ultimi giorni con due notizie non buone. Proviamo a rimboccarci le maniche per l’anno che viene. Il primo dato è l’allarme lanciato dall’ISTAT. Il minimo storico delle nascite è stato nuovamente superato al ribasso (mai cosi’ dall’Unità d’Italia). Uno scenario inquietante. La denatalità e la condizione delle famiglie sta diventando uno dei problemi centrali che l’Italia è chiamata a risolvere. Le istituzioni, sia quelle centrali, sia gli enti locali, sono chiamati ad intervenire. E si può e si deve fare tanto. A Parma dal 2007 al 2011 c’è stata una esperienza unica, che aveva preso di petto il problema: l’attenzione alle politiche per la famiglia aveva fatto di Parma una best practice per tutta l’Italia (e anche per l’Europa), con gli interventi tariffari a favore delle famiglie numerose: dalle agevolazioni per il trasporto pubblico e per la frequenza ai servizi per l’infanzia, all’abbattimento della quota variabile della Tariffa Igiene Ambientale. Avevo voluto il rimborso dell’Irpef locale a partire dalle famiglie con almeno due figli. Nel 2009 avevamo messo a punto (primo caso in Italia) il quoziente familiare (noto poi in tutta Italia come Quoziente Parma). Non sarà stato perfetto. Ma attribuiva maggior peso ai carichi familiari, con particolare riferimento al numero dei figli, alla condizione lavorativa dei genitori, alla presenza di anziani, di persone con disabilità, di figli in affido, alla condizione di monogenitorialità. Un vero e proprio cambio di passo culturale che sarebbe auspicabile che potesse rappresentare un obiettivo anche delle politiche fiscali nazionali come ha dichiarato alcuni mesi fa anche il Ministro dell’interno Salvini. Oltre al quoziente familiare avevamo poi impostato nel 2011 il progetto Famiglia è Futuro che comprendeva tre bandi per sostenere le giovani coppie, per non parlare delle Tagesmutter e dei laboratori familiari nei quartieri. Ma più importante delle singole misure è il principio che riconosce il ruolo sociale ed economico della famiglia nella società. La famiglia è infatti la prima agenzia educativa e la prima agenzia di welfare. Non sono tempi facili. E qui veniamo al secondo punto dolente che riguarda invece la nostra città: nell’annuale classifica del Sole-24Ore sulla qualità della vita pubblicata alcuni giorni fa, Parma scende alla 29′ finendo quasi ultima in Regione Emilia Romagna. Ma il dato che voglio richiamare è che nel 2012 Parma sempre secondo la stessa classifica riferita al 2011 (ultimo anno della mia Amministrazione) era al 6′ posto con un balzo in avanti di 7 posizioni. Eravamo terzi per servizi erogati, secondi per offerta di asili, primi in assoluto per indice di sportività, secondi per le città più smart (migliori parametri in termini di Governance, ambiente, mobilità, qualità vita), terzi nella classifica ambientale (dopo una lunga e inesorabile risalita: eravamo sessantanovesimi quando mi sono insediato) con una menzione speciale sulla mobilità e nei primi posti per diversi anni nelle classifiche sulla mobilità sostenibile. Le classifiche non vanno secondo me considerate in termini assoluti. Ma vanno valutate in termini di tendenza negli anni e in termini relativi rispetto alle altre città. Deve prevalere il buon senso: se c’è una spia accesa sarebbe utile valutarla e ragionarci, anziché chiudersi a riccio. Leggo i giornali in questo periodo di bilanci e di previsioni per il nuovo anno, dopo la recente approvazione della legge di bilancio, e mi torna in mente il “Venditore di Almanacchi” di Giacomo Leopardi, dove un passante chiede al venditore come sarà l’anno che viene. “Quella vita ch’è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura”, gli risponde il venditore. La penso come lui. A tutti voi, cittadini parmigiani e a chi mi legge vada l’augurio di Buon Natale e di felice anno nuovo: auguro a tutti voi un cielo stellato dove ogni stella sia un desiderio che si avvera e che il futuro possa tornare ad essere migliore di questo incerto presente.