TRIESTE PRIMA
Nicolò Giraldi – 10 aprile 2019
Mozione foibe,
Giovanardi: "Difendo la libertà di ricerca storica"
Tre anni fa il Parlamento varò la legge che introduceva il reato di
negazionismo. "I voti arrivarono dal Partito Democratico e dal Movimento
Cinque Stelle, gli stessi che oggi si indignano di fronte alla mozione. Una
legge liberticida, va abrogata"
L’8 giugno del 2016 la Camera dei Deputati approvava
con 237 voti a favore, 102 astenuti e cinque contrari, l’introduzione
nell’ordinamento italiano del reato di negazionismo. All'interno del dibattito sulla mozione sui
finanziamenti ai negazionisti delle foibe, approvata dal Consiglio
regionale negli scorsi giorni, e divenuta di stretta attualità anche a livello
nazionale, è intervenuto anche il senatore di Idea, Popolo e
Libertà, Carlo Giovanardi. Raggiunto telefonicamente l'ex
Popolo delle Libertà ha dichiarato che "la maggior parte dei voti
arrivarono dal Partito Democratico e dal Movimento Cinque Stelle, gli stessi
che oggi si indignano di fronte alla mozione approvata dal Consigilio regionale
del Friuli Venezia Giulia che blocca i finanziamenti pubblici a chi nega o
riduce il dramma delle foibe”.
"Difendo la libertà di ricerca della Kerservan e della Cernigoi, come
di chiunque altro"
Per farlo, afferma Giovanardi “venne applicata
un’integrazione alla legge Mancino, trasformando il negazionismo e il
riduzionismo in un reato penale. Fummo gli unici a votare contro una legge
liberticida e oscurantista”. Secondo il senatore “gli storici italiani,
anche quelli di estrazione marxista, fecero la battaglia con noi e denunciarono
questo tentativo. Io al Senato parlai esplicitamente di Trieste delle foibe e
delle studiose Alessandra Kersevan e Claudia Cernigoi. Ricordo bene che dissi
di fare attenzione, perché le prime vittime di quella legge avrebbero
rischiato di essere proprio loro due. Io non condivido nulla dei loro
studi, ma non voglio negare loro la libertà di scrivere. Difendo la loro
libertà di ricerca, come la libertà di ricerca di chiunque”.
Confronto sul piano storico, non sulla repressione
“Il confronto – continua il senatore – deve essere sul
piano storico e sul piano delle prove, e non sul piano della repressione. Il
discorso è che oggi chi in Italia il negazionismo e il riduzionismo sono
considerati reati, tant’è vero che in occasione della Giornata del Ricordo era
stata preannunciata una denuncia penale nei confronti dell’ANPI, che non
ricordo di quale città, che aveva negato la storia delle foibe”.
"Togliere questo macigno e abrogare questa legge"
Alla cronologia parlamentare Giovanardi aggiunge una
proposta. “Facciamo una battaglia comune per abrogare questa legge e lasciamo
la libertà di ricerca. In quell’ambito infatti, l’erogazione dei finanziamenti
pubblici non può essere condizionata a seconda della presenza di una giunta di
destra o di sinistra. Non può esistere che i soldi vengano dati solamente a chi
la pensa come loro. L’unica soluzione è tirare via questo macigno che
ha reso reato il negazionismo e il riduzionismo”. “La ricerca storica
non può essere inficiata solo perché, secondo quella legge, uno studioso può
venir denunciato e perseguito penalmente. Allora scusate, un ente pubblico allora
può finanziare chi può essere accusato di un reato?”
Non è espressione di un paese civile e democratico
Il senatore ipotizza uno scenario diverso. “Poi verrà
fuori una regione dove è al potere la sinistra e che a sua volta non finanzierà
studiosi o istituti di destra. Non capiscono che così facendo finiamo
dentro ad una spirale che non è espressione di un paese democratico e
civile. In questo caso le questioni storiche si dovrebbero lasciare agli
storici e al confronto tra i documenti e non possono diventare questioni
penali”.
Nessuno ha la verità rivelata
“Il mio
appello – conclude Giovanardi - è di portare il dibattito non all’interno di
una sterile contrapposizione, bensì ad una riflessione su questo dato di fondo.
La soluzione è una sola: bisogna modificare quella legge. Dobbiamo
riaprire una discussione seria anche in Parlamento su questi temi e la
libertà di ricerca deve diventare sacra a 360 gradi. Nei giudizi storici
nessuno ha la verità rivelata, solo i regimi, abilissimi a riscrivere la
Storia”.