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SEDUTA 916 LAVORI IN SENATO SULLE D.A.T.

BIOTESTAMENTO, Dai banchi della sinistra urla, proteste e offese per contestare la verità dei fatti, testimoniata dalla comunità scientifica e da qualificati giuristi, che ho denunciato in Aula sulla deriva eutanasica in Europa e il tentativo di introdurre nel nostro ordinamento forme di eutanasia passiva.

GIOVANARDI (FL (Id-PL, PLI)). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANARDI (FL (Id-PL, PLI)). Signor Presidente, in effetti ci fu un momento - io c'ero e l'ho vissuto - qualche anno fa, in cui il Senato visse una giornata drammatica, piena di tensione e di emozione e ricordo ancora l'urlo con cui il senatore Quagliariello diede la notizia, mentre parlavamo dello stesso argomento di cui stiamo parlando oggi, della morte di Eluana Englaro ed espresse anche giudizi pesanti sulle responsabilità che avevano portato a quella morte atroce. Ricordo infatti che siamo partiti da un caso, che si potrà ripetere, di una persona che non era affatto gravemente malata e non soffriva affatto, anzi dal punto di vista fisico stava bene. (Commenti del senatore Manconi). Come ho detto, poteva vivere magari una vita vegetale, ma non aveva nessun tipo di dolore e si trovava in una situazione in cui altre migliaia di persone si trovano in questo momento, amorevolmente curate in istituti che garantiscono la dignità della loro vita anche se hanno delle imperfezioni. So che alcuni colleghi sono nostalgici del tempo, nell'altro secolo, in cui queste persone venivano eliminate per il loro bene. Io invece sono dell'idea, visto che la storia si ripete, che non ci si debba mettere nuovamente sul piano di stabilire se una vita sia degna o meno di essere vissuta. Ho detto e sono convinto che dalle mani amorose delle suore, dalle quali come dentro una placenta quella creatura veniva assistita, al fatto di averla proiettata in una stanza e averla fatta morire in alcuni giorni senza nutrirla di una morte orribile non sia un grande vantaggio, ma quello fu l'episodio sul quale tutta l'Italia si interrogò. Il Partito Democratico, in quella occasione, sottoscrisse un documento concorde con il resto del Parlamento in cui si diceva che comunque nutrizione e idratazione non sono terapie e devono essere sempre garantite, cioè esattamente il contrario di quello che ci dicono oggi. Cosa è successo in cinque anni per provocare una svolta così radicale e per aprire la porta a vicende come quelle che abbiamo vissuto?

Torno a riproporre il problema. Penso alle migliaia di persone che sono assistite - bambini, minorenni e piccoli - negli istituti che seguono un qualcosa che è irrecuperabile dal punto di vista medico, perché ci sono patologie che non fanno soffrire, come non soffriva Luana, ma che non danno speranza. In Belgio, Olanda e altre nazioni europee stanno risolvendo il problema come nel secolo passato (si veda il protocollo di Groningen): li sopprimono. Io sono dell'idea che sopprimerli ci riporti alle barbarie del secolo passato. Questo è quello che sta succedendo in Europa e ciò a cui il provvedimento in esame apre le porte, affinché accada anche in Italia.

Mi sembra che questo sia non un passo in avanti, bensì un gigantesco passo indietro rispetto a una concezione della vita che vale solo quando è perfetta. Prima della nascita, se sei Down vieni eliminato. Dopo la nascita, se hai qualche patologia aggravante vieni eliminato. Se sei anziano, versi in certe condizioni e la tua vita non è degna di essere vissuta, vieni eliminato. Questo è lo scenario che abbiamo davanti in Europa. Questa è deriva verso cui andiamo. La deriva storica del positivismo del Nord Europa, fatto proprio poi da tutta la scienza medica tedesca alla fine degli anni Trenta, non è un accidente della storia. (Commenti dal Gruppo PD). Quando quei medici e la cultura tedesca si sono prestati a cavalcare con entusiasmo queste aberrazioni, un intero popolo li ha seguiti e la storia si può ripetere. Certo, di fronte a quegli orrori, dopo la guerra sono state sottoscritte convenzioni internazionali che hanno cercato di mettere un freno. Oggi c'è la Convenzione di Oviedo, che stabilisce una cosa che voi violate con il provvedimento in esame, relativamente ai desideri e alle disposizioni tassative. (Applausi della senatrice Rizzotti).

Cosa proponiamo con l'emendamento in esame? Anzitutto nella parte segreta proponiamo quello che il Parlamento, all'unanimità, ha pensato anni fa. Abbiamo anche aggiunto, ad adiuvandum, «ad eccezione del caso in cui nei pazienti in fase terminale le medesime non risultino più efficaci secondo i criteri di competenza clinica». In altre parole, il paziente muore per la malattia che ha, muore per la patologia che ha, muore sedato senza soffrire, non muore perché viene fatto morire, quindi con un'eutanasia passiva. Questo è un punto fondamentale, su cui richiamo i colleghi, perché quando, di qui a pochi mesi e anni, cominceranno per via giudiziaria le soppressioni, ad esempio, dei minorenni gravemente ammalatati di patologie, che non hanno una speranza di guarigione completa... (Vivaci commenti dai Gruppi PD e Art.1-MDP).

PRESIDENTE.Senatore Giovanardi, la invito a concludere.

GIOVANARDI (FL (Id-PL, PLI)). Sta succedendo. Sapete che è così! Sapete che in Belgio è così! E sapete che in Italia sarà così! (Proteste dai Gruppi PD e Art.1-MDP). Questa è la grandissima responsabilità che vi state assumendo.

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GIOVANARDI (FL (Id-PL, PLI)). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANARDI (FL (Id-PL, PLI)). Signor Presidente, questo è un altro punto molto delicato del disegno di legge, perché la legge, poi, dovrà calarsi nelle situazioni concrete. Nei giorni scorsi ho sentito un collega parlare di accanimento. Ad esempio, i medici, dopo che è stata determinata la morte clinica di un infartuato, tentano per altri venti minuti di rianimarlo e molte volte, dopo venti minuti, mezz'ora, riescono a rianimarlo e a riportarlo a una vita di relazione completa: quello non è accanimento. Ma in molti pronto soccorso questi medici vengono criticati. Infatti, nel momento in cui un infartuato appare morto e il cuore non batte più, si chiude la pratica in maniera sbrigativa. Io, invece, sono per una cultura non che chiuda la pratica in maniera sbrigativa. (Commenti dal Gruppo PD).

FORNARO (Art.1-MDP). Che cosa c'entra?

MIRABELLI (PD). Ma dove succedono queste cose?

GIOVANARDI (FL (Id-PL, PLI)). Signori, capisco che vi agitate non sapendo di cosa parlate.

PRESIDENTE. Colleghi, così ritardiamo solo i lavori. Consentiamo l'intervento.

GIOVANARDI (FL (Id-PL, PLI)). Abbiamo decine di documenti, da una lettera del Centro studi Rosario Livatino, che sarebbe un eroe della lotta contro la mafia, sottoscritta da giuristi e medici e indirizzata a tutti i deputati e i senatori questa mattina, a fior fior di professionisti che ci hanno segnalato queste criticità. Se voi pensate di superarle urlando, non le superate. Abbiamo sentito l'ex Presidente di Scienza e vita dirci delle cose assolutamente sagge e documentate e sono state tutte respinte. Stiamo parlando di cose serie, compreso il comportamento nei pronto soccorso - e lo vedremo anche negli articoli successivi - nel rapporto tra medico e fiduciario, ad esempio, che, come vediamo, finirà davanti al magistrato. Sarà il magistrato, infatti, a decidere davanti al medico che gli porta il caso di un infarto, un ictus, un trauma, una rianimazione. Se il fiduciario gli dice che il paziente non vuole essere rianimato o intubato e il medico dice che... (Commenti dal Gruppo PD).  Ma c'è scritto nella legge!

FORNARO (Art.1-MDP). Che cosa c'entra?

GIOVANARDI (FL (Id-PL, PLI)). È scritto nella legge che deve andare davanti a un magistrato a decidere in caso di disaccordo. Ma lo avete letto quello che state per approvare?  Questi sono nodi reali, non solo per chi darà le disposizioni, ma anche per milioni di italiani, che dovranno confrontarsi con questo nuovo clima culturale e con questa nuova accezione di delegittimazione dei medici. Non risolvete il problema urlando e neanche umiliando il Senato. Infatti, se fossimo in situazioni normali e non in uno spot elettorale (che vi ha sempre portato fortuna: mi ricordo quello sul Titolo V e vi ringrazio perché lavorate per il centrodestra, anche dimostrando questo tipo di chiusura assoluta), se fossimo in condizioni normali di dialettica parlamentare, alcune delle osservazioni fatte dal senatore Romano sarebbero state accettate e, davanti a obiezioni come quelle che sono state mosse dalla collega Rizzotti, ci sarebbe stata attenzione. Ma voi marciate con le urla e non con i ragionamenti. Questi problemi si apriranno tutti. Speriamo che nella prossima legislatura ci sia qualcuno più saggio di voi, come il Titolo V, che sappia rimediare ai vostri errori.

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GIOVANARDI (FL (Id-PL, PLI)). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANARDI (FL (Id-PL, PLI)). Signor Presidente, qui si ripropone uno dei temi principali di questa legge di civiltà.

Al pronto soccorso arriva in stato di incoscienza un paziente che ha avuto un ictus, un trauma cranico o un infarto: il medico spiega al fiduciario che il paziente si può salvare, che ci sono le condizioni per rianimarlo, per intubarlo e per salvarlo, ma il fiduciario si oppone e risponde di no.

FORNARO (Art.1-MDP). Con un infarto?

PRESIDENTE. Senatore Fornaro, per cortesia, la tengo qui fino alle 22 questa sera!

GIOVANARDI (FL (Id-PL, PLI)). Capisco la sua tradizione politica e la sua storia, ma la nostra è diversa, per fortuna.

Che cosa fa in quel caso il medico? Deve ricorrere al magistrato, cioè davanti all'emergenza - appunto ictus, trauma cranico o infarto - e alla possibilità di salvare il paziente, deve andare ad aprire una controversia dinanzi ad un magistrato. Bella scelta di civiltà.

Questo emendamento prevede che ci sia almeno un'istanza superiore, magari con la valutazione di un collegio di medici, che può immediatamente intervenire o impedire che anche la vita o la morte di una persona in questo Paese siano messe in mano ai vari Ingroia, cioè ai magistrati. Ce ne sono di bravissimi, ma ce sono anche di totalmente incompetenti ad entrare in questioni così delicate.

Viene dunque esautorato il medico, che può salvare una vita umana e viene invece incaricato il magistrato di decidere, magari tre o cinque giorni dopo, o anche una settimana dopo, quando invece una settimana prima quella persona si sarebbe potuta salvare. Bella legge di civiltà, complimenti.

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GIOVANARDI (FL (Id-PL, PLI)). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANARDI (FL (Id-PL, PLI)). Signor Presidente, intervengo semplicemente per ribadire ciò che la senatrice Bianconi ha sottolineato precedentemente.

Queste sono tutte variazioni su una realtà che chi legge i giornali e si informa conosce. Penso al fatto che in Olanda o in Belgio il numero di persone che vengono soppresse o accettano di essere soppresse è aumentato in maniera esponenziale; siamo a migliaia di casi. Mi riferisco, inoltre, ai drammi che vivono coloro che tentano di revocare in extremis le disposizioni che avevano dato dieci o venti anni prima. Basta leggere i giornali e la cronaca per sapere cosa ci aspetta domani nel momento in cui abbiamo appurato che, per sottoscrivere queste disposizioni, non c'è alcuna formalità. Come il collega Romano ha evidenziato, addirittura ci sono delle discrasie tra l'indicarle e poi nominare il fiduciario in un'altra DAT. Per rivederle o farle scadere - manco fosse una carta d'identità per il cui rinnovo si è severissimi e rigorosi - pur avendole fatte venti o trenta anni prima, è incastrato in un meccanismo da cui è difficilissimo uscire.

Vorrei capire come si possa essere partiti dai casi di persone permanentemente lese, con il problema di staccare la spina o di malattie generative, dai casi che hanno commosso l'Italia per poi arrivare alla logica totalmente perversa che indica un'ideologica propensione a far sì che una dichiarazione o un'affermazione, che uno fa in vita quand'è giovane e forte e non si aspetta di avere malattie in vecchiaia, possa prevalere su tutto e rendere difficilissimo uscire da una certa situazione, anche quando il medico è in grado di dire che il paziente può essere salvato.

Non capisco perché vengano bocciati tutti questi emendamenti e perché qualcuno, proprio a sproposito, abbia tirato in ballo la scienza. Tutta la scienza che ha parlato qua e chi per tutta la vita si è dedicato alla bioetica e alla delicatezza di questi problemi ha scientificamente dimostrato che queste norme sono sbagliate.

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