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Sì alla proposta di Quagliariello: accantonare proposta Zan per unità contro cor
Sì alla proposta di Quagliariello: accantonare proposta Zan per unità contro coronavirus
di
Carlo Giovanardi
Italia
L’onorevole Riccardo Magi del gruppo Più Europa di Emma Bonino ha spiegato i motivi che lo hanno portato a votare il testo della legge Zan alla Camera, sia pure con qualche perplessità.
Secondo Magi infatti la legge sarà utile non tanto per i principi di repressione penale delle opinioni discriminatorie, ma per arrivare a sdoganare le adozioni per le coppie gay e l’immonda pratica del cosiddetto “utero in affitto”, che per chi scrive è il più bieco atto di sfruttamento dei ricchi verso donne costrette dal bisogno a vendere tramite agenzie il neonato che era stato a suo tempo loro commissionato.
Per raggiungere questo obiettivo il testo approvato in prima lettura alla Camera si fonda su un presupposto completamente falso e cioè l’esistenza in Italia di una emergenza di atti omofobi.
In realtà di fronte alla tragedia di migliaia di donne che ogni anno vengono uccise, o picchiate o violentate in Italia, per fortuna le segnalazioni di casi di omofobia (compresi quelli di offese verbali), così come certificato dall’Osservatorio del Ministero dell’Interno, si riducono a qualche decina ogni anno, molti dei quali poi risultanti inventati di sana pianta.
Ma cosa fa questa legge per contrastare questa “omofobia percepita”?
A cominciare dall’art. 1 impone il punto di vista delle Associazioni LGBT definendo che per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso, per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso o di entrambi i sessi e, dulcis in fundo, per identità di genere si intende la identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’ aver compiuto un percorso di transizione.
Nel tragicomico art.4 si precisa poi che “sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonchè le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purchè non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”.
Mentre nella rubrica della legge è scritto infatti “atti discriminatori e violenti” qui si usa l’o disgiuntivo, quindi viene penalmente perseguito non solo chi discrimina ma chi esprime idee idonee a determinare il concreto pericolo dl compimento di atti discriminatori.
Per esempio sostenendo che le Unioni Civili tra persone dello stesso sesso non sono matrimonio, che nelle adozioni i bambini hanno diritto ad avere un padre ed una madre, che l’utero in affitto non è soltanto un reato ma anche una vergogna.
Correrà così in futuro il rischio di essere denunciato chi, come il Preside del Liceo Tito Livio di Padova, ha recentemente contestato il diritto di uno studente di candidarsi come rappresentante di Istituto cambiando il nome anagrafico perché “si sente” di un altro sesso, tra le alte grida di discriminazione da parte del mondo LGBT.
E se eventualmente questo studente maschio si sentisse e dichiarasse femmina ai Campionati Studenteschi lo dovremmo far concorrere con le donne?
C’è poco da ridere se poi l’art.7 della legge Zan prevede anche la celebrazione (manco fosse un rito religioso) della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, da svolgersi anche nelle scuole di ogni ordine e grado.
Secondo Zan e i valorosi deputati che hanno votato la legge, ai miei nipotini dai sei ai dieci anni andrebbe spiegato in quella giornata (magari da qualche esponente LGBT invitato nell’occasione) che dovrebbero ben guardarsi dall’avere paura o repulsione per gli uomini che stanno con gli uomini, le donne che stanno con le donne, gli uomini e le donne che stanno indifferentemente con gli uomini e le donne ed infine gli uomini che diventano donne e le donne che diventano uomini.
Si tratta di temi delicatissimi, per certi aspetti angoscianti per chi si trova a viverli di persona, sui quali la politica, la religione, la cultura, la società nel suo complesso devono interrogarsi e dare risposte di inclusione e rispetto ma non certamente come quelle contenute in questo testo ideologico e liberticida, un misto di tintinnar di manette e indottrinamento dei bambini.
Nella scorsa legislatura ho bloccato con l’ostruzionismo in Commissione Giustizia al Senato un testo sulla stessa materia (disegno di legge Scalfarotto), anche allora già approvato dalla Camera.
In questa legislatura siamo di fronte al tentativo di forzare i tempi per introdurre nel nostro ordinamento giuridico un testo ancora peggiore.
Il centrodestra faccia pertanto sua la saggia proposta del senatore Gaetano Quagliariello, chiedendo di accantonare quella proposta provocatoria e divisiva nel momento nel quale il Capo dello Stato ed il Presidente del Consiglio chiedono all’opposizione di sostenere il Governo, malgrado i suoi errori, per fronteggiare la pandemia da Covid 19.
Collaborazione possibile e doverosa ma non con chi insiste nel voler imporre una specie di dittatura del pensiero LGBT, calpestando anche le proteste delle femministe e facendo finta di non sapere che il modo omosessuale è oggi ampiamente e pubblicamente rappresentato in tutte le attività del nostro paese, a cominciare dal Parlamento e dal Governo della Repubblica.
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