INTERPELLANZA PARLAMENTARE PRODI

                            Seduta n. 48 del 5/10/2006

(Sezione 6 - Presunta esistenza di conflitti di interesse riguardanti esponenti del Governo)


I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri,
per sapere - premesso che:

Risulta che negli anni 1999-2004 la società Nomisma di Bologna abbia ricevuto dall'Unione europea finanziamenti per 8,4 milioni di euro;
dal 2001 al 2004, mentre Romano Prodi era Presidente della Commissione europea, la società Nomisma venne presieduta da Paolo Di Castro, attuale Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali del Governo Prodi;
lo stesso Di Castro sarebbe stato chiamato nel 2000 da Romano Prodi a Bruxelles come suo consulente per l'agricoltura;
secondo notizie di stampa Romano Prodi e suoi familiari «intersecano» il gruppo Rovati attraverso il 50 per cento dell'immobiliare Aquitania s.r.l.;
Angelo Rovati è il dimissionario consulente di Prodi coinvolto nella vicenda Telecom;
in questi intrecci societari emergono altri grossi nomi dell'imprenditoria privata -:
se tali notizie corrispondano a verità e cosa intenda fare il Governo per chiarire questo intreccio di piramidi societarie, anche alla luce dell'attuale normativa sul conflitto di interessi.
(2-00129) «Giovanardi, Volontè».
(19 settembre 2006)



Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 48 del 5/10/2006
(Presunta esistenza di conflitti di interessi riguardanti esponenti del Governo - n. 2-00129)

PRESIDENTE. L'onorevole Giovanardi ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00129 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 6).

CARLO GIOVANARDI. Signor Presidente, nelle sue Lezioni di economia, edizioni 24 Ore del 1992, Romano Prodi scriveva: nella democrazia una regola non scritta molto importante è la separazione del potere politico dal potere economico. Quando fra questi due poteri si crea un corto circuito non c'è democrazia.
Parliamo, allora, di un piccolo corto circuito che ha qualcosa a che fare con quel conflitto di interessi del quale per anni il centrosinistra si è riempito la bocca: Romano Prodi nel 1981 fondò Nomisma, di cui nel 1995 presiedeva il comitato scientifico.
L'attuale ministro dell'agricoltura De Castro negli anni 1996-1998 era consigliere economico di Romano Prodi e del ministro dell'agricoltura Pinto. Dall'ottobre del 1998 al 2000, è stato ministro dell'agricoltura. Dal 1o giugno 2000, lo troviamo a Bruxelles come consigliere speciale di Romano Prodi alla Commissione europea. Basta vedere il sito Internet del ministro De Castro, il quale afferma di essere stato in quegli anni consigliere speciale di Romano Prodi alla Commissione europea. Da tale carica cessa il 31 dicembre 2000. Il giorno dopo, lo troviamo presidente di Nomisma, carica che ha ricoperto fino al maggio 2004.
Nella risposta che l'8 agosto 2006 la Commissione europea ha dato all'onorevole Stefano Zappalà, parlamentare europeo, leggo che nel periodo 1999-2004, ossia nel periodo in cui Romano Prodi è stato presidente della Commissione, sono stati stipulati dalla Commissione stessa 64 contratti specifici con Nomisma, con pagamento in contanti di 8,4 milioni di euro, circa 16 miliardi di lire. La Commissione ha anche precisato, nella risposta ufficiale, che Romano Prodi, prima di assumere l'incarico di Presidente della stessa, non aveva fatto alcun riferimento a Nomisma nella dichiarazione di interessi che poteva riguardarlo e che è stata da lui sottoscritta.
Fra i tanti soci di Nomisma, a titolo di cronaca, rileviamo anche la presenza della Ieffe Spa, di cui è amministratore un certo Angelo Rovati.
Non rileva il Governo una qualche forma di conflitto di interessi in questa vicenda, ossia in questi 16 miliardi di lire che sono andati a Nomisma, presieduta dall'attuale ministro De Castro che, fino al giorno prima, era consulente di Prodi, dati dalla Commissione europea, presieduta da Prodi?
Sempre a Bologna risulta iscritta alla camera di commercio una società denominata Aquitania Srl, costituita l'8 giugno 1994 dalla finanziaria FIN.GI. e da un tale Fabrizio Zoli. L'8 novembre 1994 il capitale di lire 20 milioni della Aquitania, originariamente sottoscritto per 19 milioni di lire dalla FIN.GI. e per un milione da Fabrizio Zoli, viene ceduto per la quota FIN.GI il 40 per cento ad ASE Srl, il 35 per cento a Simbuleia Spa e il 20 per cento alla San Vitale di Alessandra Cavallini; la quota di Zoli (5 per cento) viene ceduta a Simbuleia, che va al 40 per cento.
I due soci di ASE, con il 50 per cento ciascuno, erano Romano Prodi e la moglie Flavia Franzoni. L'ASE srl era stata costituita nel 1990, con oggetto sociale «analisi, studi e consulenze in materia economica, gestione e vendita di beni immobili». Tale società era stata al centro dell'attenzione della cronaca per consulenze a favore di organismi economici nazionali ed internazionali, sospettati di essere stati prestati in conflitto di interesse con l'incarico di Romano Prodi alla presidenza dell'IRI.
Tornando al 1994, Aquitania è, dunque, dall'8 novembre per il 40 per cento di ASE srl, per il 40 per cento di Simbuleia e per il 20 per cento di San Vitale. L'ASE era rappresentata dall'amministratore unico, Flavia Franzoni, Simbuleia da Rosanna Aldrovandi e la San Vitale da Vittorio Prodi, socio ed amministratore. Con atto del 29 aprile 2002 l'intera quota di ASE in Aquitania viene ceduta direttamente a Flavia Franzoni, come persona fisica. La parte del 20 per cento, posseduta da San Vitale, viene ceduta al rappresentante in atto da Alessandra Cavallini per metà a Flavia Franzoni e per l'altra metà a Simbuleia Spa. Pertanto, il capitale di Aquitania attualmente, mentre sto parlando, è posseduto per il 50 per cento da Flavia Franzoni e per il 50 per cento da Simbuleia.
L'attuale partner societario della signora Franzoni, ovvero Simbuleia Spa, ha una storia molto particolare. Nasce nel 1977 come Mactan srl, si trasforma successivamente in società per azioni ed assorbe la Simbuleia, assumendone il nome, ma restando società per azioni. L'intero capitale della Simbuleia è detenuto dalla Euromobiliare fiduciaria Spa.
A proposito di trasparenza, non si può non segnalare che dagli atti depositati non risultano mai dichiarati i nomi dei soci della Mactan e della Simbuleia, successivi agli atti di costituzione. Anche in occasione delle assemblee straordinarie, relative ad aumenti di capitale per centinaia di milioni di lire, non sono stati mai indicati i soggetti che hanno sottoscritto e si sono ripartiti le quote relative agli aumenti deliberati.
Dai bilanci dell'Aquitania - naturalmente, tutto quanto sto dicendo è tratto dalla camera di commercio, quindi da atti pubblici - appare che la società è in perdita e ha pure aderito al condono fiscale varato dal Governo Berlusconi, mentre la sua partner Simbuleia - che ha un capitale di 1,8 milioni di euro - ha dichiarato un utile di esercizio nel 2005 di 848 mila euro.
Chi beneficia di questi soldi? Chi sono i reali soci della Simbuleia Spa, coperti dalla fiduciaria? Chiedo quindi al Governo: cosa pensa dei 16 miliardi di lire in incarichi dati a Nomisma dalla Commissione europea quando era presieduta da Prodi?
Ricordo, inoltre, che il Governo vuole controllare tutti i pagamenti fatti dagli italiani e superiori ai 100 euro tra due anni, obbligando all'uso di mezzi di pagamento rintracciabili e differenti dal denaro contante. Ebbene, cosa pensa questo Governo degli intrecci societari, così poco trasparenti e misteriosi, riferibili al Presidente del Consiglio?

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Paolo Naccarato, ha facoltà di rispondere.

PAOLO NACCARATO, Sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali. L'esposizione dell'onorevole Giovanardi, test