FINANZIARIA - Intervento in Aula del 20 dicembre 2006

Seduta n. 89 del 20/12/2006
 (Posizione della questione di fiducia - A.C. 1746-bis-B )

CARLO GIOVANARDI. Intervengo solo per sottolineare come questi due aspetti della finanziaria siano davvero inediti. L'uno, lo ha ricordato il collega Elio Vito, riguarda un grande problema di principio, relativamente a questa Camera. Se la norma è stata dichiarata inammissibile in prima lettura qui alla Camera, il fatto che essa ritorni nello stesso testo, dopo essere stata approvata dal Senato, e il fatto che su questa norma venga posta la questione di fiducia, comporta un'umiliazione della Camera, lo scavalcamento della stessa e l'impossibilità di avere discusso in questo ramo del Parlamento quelle proposte emendative, ad essa riferite, dichiarate inammissibili, e quindi comporta un'espropriazione vera e propria delle competenze di questa Camera.
Ma ancora peggiore, Presidente, è il problema dei reati contabili. Tutti i giornali italiani oggi riportano la questione di chi ha previsto quella norma in finanziaria. Non è stato un errore tecnico. È stata una norma concordata, di cui il Governo era a conoscenza, che è stata inserita nel maxiemendamento alla finanziaria al Senato e il Governo, quando ha preso atto delle reazioni che in alcuni settori della maggioranza nascevano su quella norma di sanatoria, avrebbe potuto benissimo espungerla. Infatti, com'è noto, è prassi del Senato - il ministro Chiti dovrebbe saperlo - che, una volta posta la questione di fiducia su un testo, la Commissione bilancio del Senato, d'intesa con il Governo, può eliminare quelle disposizioni che per errore materiale o per mancanza di copertura o per altri motivi non si intendono sottoporre poi al voto del Senato.
Allora perch