INTERVENTO IN AULA SUL CONFLITTO ARABO - ISRAELIANO

Signor Presidente, anch'io mi associo alla richiesta che il Governo venga in Aula a illustrare i temi della situazione attuale e i rischi collegati a una deflagrazione in Medio Oriente, che potrebbe assumere dimensioni catastrofiche. L'intervento del collega di SEL mi obbliga a ricordare, in un'Aula che si è interessata dei problemi dell'Olocausto, della memoria e del negazionismo, che mentre noi siamo molto preoccupati di quello che viene scritto sull'ultimo tentativo storico di soluzione finale, di eliminazione totale degli ebrei dalla faccia della terra, purtroppo (come più volte abbiamo sottolineato) questo tentativo dei nazisti ha degli emuli anche nell'epoca contemporanea. Credo, infatti, che non vi sia questa distanza abissale tra chi lancia missili per uccidere civili (quello che accade agli ebrei e al popolo ebraico) e chi teorizzava di colpire scientificamente uomini, donne e bambini e ucciderli con un programma di sterminio di un intero popolo. È questo ciò che accade, nel momento in cui si attacca, in maniera indiscriminata e facendo terrorismo, il territorio di Israele. Vi è poi un'intricatissima situazione relativa anche ai diritti dei palestinesi (ci mancherebbe altro). Vi è il problema di trovare una via della pace e vi è un problema vitale di difendersi da questi attacchi indiscriminati. Ricordo che Israele una volta occupava Gaza, poi si è ritirato e ha riconsegnato giustamente Gaza ai palestinesi; ma non perché diventasse una base di attacco nei confronti dei civili israeliani. Nel momento in cui invitiamo il Governo a venire in Aula, per l'ennesima volta davanti a un fenomeno storico di Olocausto che nei secoli si è perpetuato nei confronti degli ebrei, credo sia giusto saper distinguere tra gli aggressori e gli aggrediti e non confondere le due situazioni.