(9Colonne) Roma, 4 ago - "Una giornata nera per la democrazia e la Costituzione: il Presidente del Senato e il Presidente della Giunta per le immunità hanno stracciato ogni diritto alla difesa del sen. Caridi imponendo tempi grotteschi per la lettura della carte, facendo finta di niente davanti alla documentazione prodotta che smonta le accuse dei cosiddetti pentiti. Il PD e M5S hanno completato l'opera in Aula imponendo la disciplina di partito e teorizzando il principio, che i cittadini purtroppo dovranno prepararsi a subire, che si va in carcere preventivo, in spregio ai principi costituzionali, non sulla base di solide prove o di gravi indizi ma, come ha sottolineato il relatore Stefano di Sinistra italiana,semplicemente soltanto se l'impianto accusatorio 'non è implausibile'". Così in una nota il senatore Carlo Giovanardi. (red)
PER LEGGERE ENTRAMBI GLI INTERVENTI DEL SEN. CARLO GIOVANARDI CLICCA SU: LEGGI IL CONTENUTO.
SENATO
DELLA REPUBBLICA
------ XVII LEGISLATURA ------
675a
SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO
STENOGRAFICO
GIOVEDÌ
4 AGOSTO 2016
_________________
Presidenza
del presidente GRASSO
RESOCONTO
STENOGRAFICO
Presidenza
del presidente GRASSO
Inversione
dell'ordine del giorno
PRESIDENTE.
Colleghi, com'è noto, l'ordine del giorno di oggi prevede, tra
l'altro, l'esame di un documento il cui esito potrebbe incidere sia
sulla libertà personale di un senatore sia sulla stessa composizione
della nostra Assemblea, e ritengo che tale argomento debba avere la
priorità sugli altri. (Applausi
dal Gruppo M5S).
Pertanto,
ai sensi dell'articolo 56, comma 3, del Regolamento, dispongo
l'inversione dell'ordine del giorno al fine di anticipare l'esame del
documento IV, n. 14.
Discussione
del documento:
(Doc.
IV, n. 14)Domanda
di autorizzazione all'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare
in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari nei
confronti del senatore Antonio Stefano Caridi nell'ambito di un
procedimento penale
(ore
9,42)
PRESIDENTE.
L'ordine del giorno reca la discussione del documento recante:
«Domanda di autorizzazione all'esecuzione dell'ordinanza di custodia
cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari
nei confronti del senatore Antonio Stefano Caridi nell'ambito di un
procedimento penale (n. 9339/2009 RGNR DDA - n. 5448/2010 RGGip DDA -
n. 50/2015 ROCC DDA)».
La
relazione della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari
è stata stampata e distribuita.
Ricordo
che la Giunta ha deliberato di proporre al Senato la concessione
dell'autorizzazione all'esecuzione dell'ordinanza di custodia
cautelare in carcere nei confronti del senatore Antonio Stefano
Caridi, ai sensi dell'articolo 68, secondo comma della Costituzione.
Chiedo
al relatore, senatore Stefano, se intende intervenire. (I
senatori Malan e Falanga chiedono ripetutamente di intervenire).
GIOVANARDI
(GAL (GS, PpI, M, Id, ApI, E-E,
MPL)). Non c'è mica il Duce, qua!
GIOVANARDI
(GAL
(GS, PpI, M, Id, ApI, E-E, MPL)).
Domando di parlare.
PRESIDENTE.
Ne ha facoltà.
GIOVANARDI
(GAL (GS, PpI, M, Id, ApI, E-E,
MPL)). Signor Presidente, intervengo
per illustrare una questione sospensiva e pregiudiziale.
Non
vorrei entrare nel merito, del quale spero sì che parleremo, ma non
oggi, ma parlare dei tempi e dei modi con i quali il Senato si è
trovato ad affrontare tale questione.
Soltanto
il giorno 15 luglio noi abbiamo saputo che il collega Caridi, che è
arrivato ed è qui, e che, secondo la Costituzione, non è colpevole
fino a sentenza passata in giudicato, sarebbe stato, come riportano
ancora oggi i giornali, uno dei cinque componenti della cosca
mafiosa, massonica e criminale che avrebbe condizionato negli ultimi
vent'anni tutta la vita politica, amministrativa ed elettorale della
Calabria, avendo condizionato le elezioni comunali, provinciali,
regionali, nazionali ed europee. Quindi, un'accusa gravissima. Questi
sarebbero i mammasantissima che hanno governato la Calabria.
Come
ha detto il relatore questa mattina, questa accusa sui giornali c'è
ancora, ma in realtà è caduta. Avete infatti sentito il relatore
Stefano dire che il senatore Caridi non è uno dei capi, ma sarebbe
un semplice esecutore. E il relatore Stefano ha anche detto che non è
implausibile che lo sia. Poi vedremo, nel merito, come, quando e dove
avrebbe fatto qualcosa di esecutivo.
Veniamo
invece ai tempi e al perché della richiesta di sospensiva. A noi
sono arrivate, in data 15 luglio, 2050 pagine di richiesta, che, come
membri della Giunta, ci siamo affrettati a tentare di leggere
compiutamente. Il 27 luglio, però, sono arrivate altre 1800 pagine
integrative da parte della Procura, che in parte modificano, come ha
detto il relatore, largamente l'accusa. Caridi non era più il capo
della cupola, ma diventava, da quanto abbiamo capito, semplicemente
un esecutore.
Nel
frattempo, erano stata data al collega Caridi, come data di scadenza
dei termini di difesa, il primo agosto. Naturalmente i suoi avvocati
hanno lavorato su queste 5000 pagine e il primo agosto egli ha
depositato la sua documentazione difensiva che, come membri della
Giunta, avremmo dovuto leggere con attenzione.
In
parte, naturalmente, lo abbiamo fatto, perché il 2 agosto abbiamo
ascoltato anche il senatore Caridi, che è stato audito dalla Giunta
e ha illustrato la documentazione. Da essa risulta (è la versione
del senatore Caridi) che tutte le affermazioni fatte dai partiti
circa la rilevanza di un appoggio della ndrangheta nelle sue vicende
elettorali (dove, per le regionali, due volte su tre è stato, detto
con un termine tecnico molto brutto, "trombato", cioè non
è stato eletto) sono totalmente false.
Egli
ha consegnato i tabulati, seggio per seggio, nei quali le famiglie
della ndrangheta lo avrebbero aiutato, dimostrando, per atti, che in
quei seggi i suoi concorrenti hanno ottenuto il massimo dei voti e
lui, di voti, non ne ha ottenuti. Anzi, esistono intercettazioni di
mafiosi che esultano perché è stato eletto un suo concorrente al
quale loro hanno fatto pervenire i voti.
Allora
che cosa abbiamo chiesto noi, invano, il giorno 3 agosto, dopo poche
ore che il senatore Caridi ci aveva portato la sua documentazione
difensiva? Che si facesse una verifica per scoprire se il senatore
Caridi avesse detto il vero o il falso.
Mi
chiedo cosa accade se nella documentazione che il senatore Caridi ha
prodotto per dimostrare che tutte le affermazioni dei pentiti sono
assolutamente false. La famosa intercettazione ambientale del 2002,
in cui il sottosegretario Valentino parla a lungo con cui e con un
altro deputato di elezioni e liste, è agli atti, se qualcuno avesse
la voglia di leggerla: sono pagine in cui si parla soltanto della
Calabria, degli investimenti, della possibilità di sviluppo della
Calabria, di chi fa il sindaco, eccetera. Poi alla fine il senatore
Valentino dice qualcosa del genere: caro Caridi, tu vieni da una
famiglia in cui tuo padre e tuo zio sono recordman
di preferenze, se vieni eletto ci paghi la cambiale. Questa sarebbe
stata interpretata come una cambiale pagata alla criminalità
organizzata. Allora, o il senatore Caridi ha detto il vero o ha detto
il falso. Mi chiedo però se noi in 12 ore, con 5.000 pagine da
leggere, con la sua relazione difensiva depositata ieri mattina,
possiamo mandare in carcere un collega con tutti i punti
interrogativi che sono rimasti aperti, non sul fatto che faccia parte
della cupola della mafia (il che è stato escluso), ma che abbia
fatto da qualche parte un intervento in favore della 'ndrangheta,
anche se in tutte le pagine non c'è un episodio che viene citato in
questo senso. Egli è senatore, noi siamo qui in Senato da tre anni e
tutti abbiamo visto l'attività frenetica che il senatore Caridi ha
posto in essere a favore della 'ndrangheta: non si capisce dove, come
e quando ciò sia avvenuto.
Signor
Presidente, se il 13 agosto il tribunale delle libertà prende una
decisione, siamo noi che oggi dobbiamo mandare in carcere il collega?
Ciò sulla base della seguente affermazione: non è implausibile. È
agli atti: non è implausibile. Non si può cioè escludere che ci
sia un qualche rapporto, ma ciò vale per tutti i colleghi eletti
nelle Regioni dove la mafia, la 'ndrangheta e la camorra sono
presenti. Chi può escludere che chi è eletto in quelle Regioni con
voto di preferenza non abbia un qualche collegamento? Si può mandare
in galera una persona sulla base del fatto che tale circostanza non
si può escludere? Io penso che una persona va in carcere se ci sono
elementi fondati, veri, seri e provati per la custodia cautelare (che
non è la sentenza di condanna passata in giudicato), perché è un
avvenimento che marchia la vita di una persona, della sua famiglia e
la sua onorabilità.
Credo
che sarebbe auspicabile saggezza da parte del Senato, davanti a una
vicenda che passerà alla storia. Su questo, infatti, verranno
scritti libri quando si scoprirà che in 48 ore il Senato ha votato
senza dare neppure il tempo di leggere compiutamente le carte. Non
l'ho detto io, ma magistrati autorevoli che abbiamo in Giunta, che
per quaranta anni sono stati magistrati e hanno denunciato come sia
incomprensibile il fatto che si possa decidere della vita di una
persona non solo senza aver avuto il tempo di leggere le migliaia di
carte, ma senza neanche poter valutare la sua difesa, se è vero o
meno (e questo non noi, ma gli uffici), senza aver avuto il tempo di
verificare. Ci sono state date le tabelle: è vero o non è vero che
in tutti i seggi indicati dai pentiti lui non ha preso voti? Se è
vero, l'accusa di aver condizionato le elezioni (non diciamo quelle
europee, regionali, provinciali e comunali dove non è stato eletto)
è risibile e grottesca, ma se è vero che nelle zone dove sono state
indicate le famiglie mafiose i voti non li ha presi, perché lo
dobbiamo mandare in carcere noi? Lasciamo che a farlo sia il
tribunale delle libertà, che in questi 15-20 giorni ha avuto modo di
guardare le carte, di valutare e di decidere e poi, sulla base di
quella decisione, anche il Senato, con le idee un po' più chiare,
potrà decidere della vita di un collega. Nella mia cultura c'è
scritto di non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a
te e chiedo a tutti i colleghi di mettersi nei panni del collega che
dovrebbe finire in carcere senza che questo Senato ne abbia
determinato i motivi. (Applausi dai
Gruppi GAL (GS, PpI, M, Id, ApI, E-E, MPL) e FI-PdL XVII).
INTERVENTO
NELLA SEDUTA POMERIDIANA
PRESIDENTE.
È iscritto a parlare il senatore Giovanardi. Ne ha facoltà.
GIOVANARDI (GAL
(GS, PpI, M, Id, ApI, E-E, MPL)).
Signor Presidente, ho conosciuto il senatore Caridi nel 1997 quando
aveva circa 26 anni ed era stata appena eletto consigliere comunale
perché ero andato a Reggio Calabria a presentare il mio libro
«Storie di straordinaria ingiustizia». Avevo scelto Reggio Calabria
perché l'ex sindaco Pierino Battaglia e l'ex deputato Quattrone si
erano fatti anni di carcere per essere accusati di essere i mandanti
dell'assassino del presidente delle ferrovie Ligato e poi erano stati
assolti con formula piena. Era uno dei tanti casi di storia di
straordinaria ingiustizia. Andai in una sala affollatissima perché
Quattrone e Battaglia, specialmente quest'ultimo, erano considerati
dall'opinione pubblica come persone integerrime. Avevano subito
questo calvario giudiziario incredibile e l'onta del carcere per anni
e poi erano stati assolti con formula piena. Ho il ricordo di questa
vicenda e di questo giovane consigliere comunale.
Presidente,
mi rivolgo a lei, ho anche il ricordo di aule parlamentari e di
vicende parlamentari come quella, per esempio, dei girondini, che
furono consegnati dall'Assemblea ai carnefici. Venne tagliata a tutti
la testa perché, com'è noto, l'Assemblea decise a maggioranza di
consegnarli al patibolo in quanto avevano divergenze politiche con la
maggioranza giacobina. Posso ricordare, sempre nell'utilizzo dei
Regolamenti parlamentari, che i fascisti fecero decadere gli
aventiniani da deputati utilizzando uno strumento regolamentare. Non
partecipavano all'Aula e vennero dichiarati decaduti. Nella storia
parlamentare ci sono degli episodi vergognosi che poi la storia ha
riconosciuto come tali e che rischiamo di reiterare oggi in questa
Aula. Non ho ancora sentito nessuno, salvo il Presidente della
Giunta, spiegarmi quale sia l'episodio singolo e specifico nel quale
il senatore Caridi avrebbe favorito come esecutore la mafia. Vedo la
giornalista Milella di «la Repubblica» nelle tribune.
Tutti
i giornali questa mattina hanno continuato a scrivere la vecchia
versione, cioè che il senatore Caridi è il capo della cupola dei
mammasantissima. È sfuggito che quest'accusa è totalmente caduta.
Oggi non viene chiesto l'arresto di Caridi perché è il capo di
qualcosa, ma perché sarebbe un semplice esecutore; non dico un
manovale della 'ndrangheta, ma avrebbe un ruolo, utilizzato quando
era consigliere comunale o provinciale o senatore, per curare questi
interessi.
Dice
il relatore - questa frase la ripeterò e ci scriverò un libro - che
non è implausibile che questo sia avvenuto. Ora, l'espressione «non
è implausibile» vuol dire che non è da escludersi, ma ci hanno
spiegato che lui deve andare in carcere senza che valga il problema
del pericolo di fuga, dell'inquinamento delle prove o della
reiterazione del reato, ma perché, essendo un reato mafioso, il
carcere scatta automaticamente se ci sono prove o gravi indizi. Io di
prove non ne ho viste.
Qual
è l'atto specifico che lui avrebbe commesso per favorire la
'ndrangheta o la mafia? Sì, agli atti c'è l'assunzione di cinque
operatori ecologici - spazzini, parliamoci chiaro - a tempo
determinato. Quindi, nei suoi quindici anni di assessorato e
quant'altro, sarebbe colpevole di avere assunto cinque persone,
immagino in concorso con tutti i politici calabresi, siciliani,
pugliesi o campani: quando hanno fatto gli assessori, sarà capitato
anche a loro di assumere delle persone incensurate che non hanno
nulla a che fare con la mafia. Questa sarebbe l'indicazione. E poi vi
sono due o tre intercettazioni che - ahimè - sono state totalmente
smentite dai fatti.
Ma
si dice - colleghi, richiamo tutti a questo principio - che lui era
amico di Francesco Chirico. Francesco Chirico militava nel suo
partito, era una persona incensurata, ma lo ha aiutato, quando venne
eletto consigliere comunale, a raccogliere i voti. Quindi dov'è il
problema se una persona incensurata, un dipendente comunale, ha
aiutato a raccogliere i voti? Con questa persona poi si sono rotti i
rapporti, come dimostrato dalle carte, perché, pensando il Chirico
di essere favorito dal Caridi, quando quest'ultimo non l'ha promosso,
è diventato un suo acerrimo nemico.
Poi
si sostiene: è vero che Francesco Chirico è incensurato, ma ha
dalle parentela con una famiglia mafiosa. Ed è un problema di cui ho
parlato mille volte in quest'Aula e che vale per il Sud, per Modena,
per la Lombardia: che deve fare una persona onesta se nelle Regioni
ad alta densità mafiosa ha delle affinità o delle parentele con
persone disoneste? Non deve più andare a lavorare? Non deve più
svolgere un'attività professionale? Dev'essere colpito da
interdittive antimafia perché un suo fratello ha sposato una donna
che è figlia di qualcuno "che fa parte di"? Quello della
responsabilità civile, amministrativa e penale personale è un
problema che ho posto mille volte, ed è cosa diversa dal sentito
dire o dalle parentele. Ma qui viene addebitato al Caridi di aver
avuto l'appoggio elettorale di una persona onesta e incensurata
perché questa ha delle parentele.
Vogliamo
parlare dell'altra prova regina del senatore e sottosegretario
Valentino, e di un tale Romeo che era, al tempo, incensurato e che
due anni fa è stato ricevuto qui in Senato, dopo la condanna, in
Commissione affari costituzionali del Senato? Non Caridi, ma Romeo è
stato accolto qui al Senato ed ha partecipato. Se qualcuno avesse la
pazienza di leggere le dieci pagine in cui il senatore Valentino e
Romeo e Caridi parlano della sua candidatura, troverebbe una delle
più belle pagine di trasparenza e di onestà che ho mai visto.
Perché questi parlano soltanto dello sviluppo della Calabria, di
idee innovative. Valentino ricorda che lui viene dalla destra quindi
non ha cultura di Governo, mentre invece... (Il
senatore Scoma interloquisce con il Presidente).
Io
vorrei parlare al Presidente, scusate. Ribadisco che vorrei parlare
al Presidente. Visto che mi devo rivolgere al Presidente, vorrei che
il Presidente mi ascoltasse.
PRESIDENTE.
Anche all'Aula.
GIOVANARDI
(GAL (GS, PpI, M, Id, ApI,
E-E, MPL)).
Sì, all'Aula, ma devo rivolgermi al Presidente. Anche all'Aula,
ripeto, ma mi hanno richiamato tante volte per il fatto che devo
rivolgermi al Presidente.
Dicevo,
è una delle più belle pagine di trasparenza, perché Valentino
ricorda che viene dalla destra, che non ha cultura di Governo, e il
Caridi invece viene da una famiglia democristiana, che il papà era
recordman di
preferenze, che lo zio è recordman di
preferenze, medico come lui, stimato e quant'altro.
Alla
fine di tutta questa conversazione, il sottosegretario alla giustizia
Valentino, che attualmente è uno dei più stimati avvocati italiani,
mai raggiunto da alcun sospetto dice: Caridi, una volta eletto - lui
voleva fare il sindaco o il vicesindaco - ricordati che ci devi
pagare una cambiale. E giù risate da parte di tutti.
Bene,
la cambiale è la prova regina della sua affiliazione e
partecipazione al vertice della cupola. Quando si legge una cosa così
viene da pensare che chiunque dei colleghi può essere trascinato in
una vicenda giudiziaria infame da qualcuno che prende lucciole per
lanterne. O forse non ha mai partecipato e non sa che, quando il Capo
dello Stato affronta la formazione del nuovo Governo e la nomina dei
Ministri, compie una disamina delle caratteristiche di ogni persona,
dicendo questo sì, quello no. Oppure penso alla formazione della
Giunta comunale: se il sindaco è di un partito, il vice sindaco sarà
di un altro partito, perché - si chiama democrazia - bisogna tener
conto dei rapporti di forza, soprattutto tra partiti. Questa è
malavita. C'è la cambiale di cui ha parlato Valentino, che sarebbe
la prova. Quella è la prova principale. L'incontro con la persona
che stava in galera è l'altra prova portata. Per le circostanze che
gli vengono addebitate, non c'è altra prova che questa, cioè il
fatto che egli sarebbe chiacchierato a Reggio Calabria, non certo a
Cuneo, per avere frequentazioni o conoscenze in una realtà dove le
cosche, purtroppo, esistono. Vorrei sapere chi si può difendere da
accuse generiche di questo tipo.
Giustamente
è stato detto che c'è un processo e, in quell'ambito, egli farà
valere le sue ragioni e l'accusa tenterà di dimostrare le proprie.
Ricordo - l'ho scritto nel libro - che, al tempo, il 90 per cento dei
miei 90 colleghi incriminati è stato assolto. Il reato non è stato
prescritto, ma si è trattato di assoluzione o archiviazione perché
il reato addebitato non esisteva. Parlo di parlamentari e degli anni
1992 1994. Ripeto: ciò è avvenuto 90 volte su 100.
C'è
la richiesta di mandarlo in galera, farlo incarcerare, fargli perdere
la libertà personale, distruggergli la tranquillità familiare e
dare un'immagine dei colleghi che ritengono credibile che egli sia un
criminale. In questi tre anni - è noto a tutti, no? - egli ha
condizionato i lavori del Parlamento. È evidente: sappiamo tutti che
il senatore Caridi era l'uomo nero che ha determinato l'indirizzo del
Senato in questi anni, o no? Come senatore sicuramente non l'ha
fatto.
Inoltre,
è stato detto e dimostrato in Giunta che stiamo parlando di cose
avvenute negli ultimi diciotto anni. Le prime intercettazioni
risalgono agli anni 1997 1998 e, poi, ci sono quelle del 2002.
Ci sono atti che sono stati vagliati in tantissimi processi,
nell'ambito dei quali sono state giustamente condannate altre
persone, compresi i suoi concorrenti. Caridi non è stato eletto alle
elezioni regionali e i voti delle famiglie sono stati insufficienti
per lui, ma non per altri candidati. Se la cosca di San Luca (mi pare
si chiami Pelle) è quella che lo ha appoggiato, come spiegare che in
quel paese egli ha ottenuto 22 voti, mentre il primo ne ha presi 120
e, a seguire, gli altri? Ripeto: come si fa a dire che Caridi ha
ottenuto l'appoggio della 'ndrangheta della famiglia di San Luca se
in quel paese ha ottenuto 22 voti e gli altri 120? È quanto ho
chiesto in Giunta.
In
Giunta, nella difesa che Caridi ha dovuto raffazzonare in pochi
giorni e che ha illustrato ieri mattina, ha fornito tutte le
tabelline elettorali e spiegato per filo e per segno le cose. Se ha
detto cose false è giusto che vada in carcere, ma se ha detto cose
vere perché la Giunta non ha verificato - poteva farlo - la
veridicità delle sue affermazioni? Perché dobbiamo votare se
mandarlo in carcere oppure no, se, in un'istruttoria che è durata
poche ore e con tre interruzioni (dovevamo infatti essere presenti in
Aula per le votazioni), nessuno è stato in grado di leggere le
ultime 1.500 pagine, né di valutare con attenzione quello che egli
ha detto? Se quello che ha detto è vero, perché deve andare in
carcere? Ma perché deve perdere la libertà personale, tra le altre
cose visto che il 13 agosto il tribunale per il riesame deve
decidere?
Colleghi,
con il voto segreto ci si deve guardare dentro e pensare che questa è
una cosa che può capitare a tutti. (Commenti
dal Gruppo PD).
Sì, accuse di questo genere possono capitare a tutti, perché quando
sono costruite sul nulla può succedere a tutti di trovarsi in questa
situazione. Ci si assume la responsabilità di mandare in carcerare
sulla base non di un qualche elemento concreto, ma di supposizioni.
Signor
Presidente - lo diremo anche in dichiarazione di voto - mancano
proprio gli elementi minimi per togliere la libertà personale a un
parlamentare e per modificare degli assetti.