BANCHE POPOLARI TRASFORMATE IN SPA: LA RISPOSTA DEL MINISTRO DELL'ECONOMIA PADO

Legislatura 17ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 755 del 02/02/2017  (Bozze non corrette redatte in corso di seduta)

SENATO DELLA REPUBBLICA  ------ XVII LEGISLATURA ------  755a SEDUTA PUBBLICA  RESOCONTO STENOGRAFICO

GIOVEDÌ 2 FEBBRAIO 2017 (Pomeridiana)  Presidenza della vice presidente LANZILLOTTA  

Presidenza della vice presidente LANZILLOTTA

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, ai sensi dell'articolo 151-bis del Regolamento, su stato dei conti pubblici e problematiche relative al settore bancario (ore 16,03)

GIOVANARDI (GAL (GS, PpI, M, Id, E-E, MPL)). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANARDI (GAL (GS, PpI, M, Id, E-E, MPL)). Signora Presidente, signor Ministro, sono titolari di un centinaio di azioni della BPER del valore di circa 500 euro e fino a due anni fa potevo partecipare all'assemblea dove un'azione attribuiva il diritto a esprimere un voto. Ci sono state assemblee anche con 31.000 votanti. L'ultima del vecchio regime c'è stata a novembre quando hanno votato più di 5.000 persone. Il Governo con un decreto-legge, poi convertito in legge, d'autorità l'ha trasformata in società per azioni. Adesso vale il capitale e c'è una clausola transitoria che prevede che per poco tempo si possa arrivare ad avere fino al 5 per cento di azioni da spendere in Assemblea. Allo scadere di questo clausola di breve durata, chiunque arrivi dall'Asia, Africa, dall'America o dal Giappone può comprare sulla base di una questione di censo. È stata cancellata una tradizione secolare di democrazia, di partecipazione popolare e di radicamento sul territorio. La domanda, reiterata anche in un emendamento su un disegno di legge presentato al Senato, è se il Governo intende accettare che venga mantenuto questo limite del 5 per cento, che è già esistente in Unicredit, per evitare scalate che cancellino democrazia, partecipazione, radicamento sul territorio e per evitare di mettere la banca alla mercé di chi arriva con enormi capitali. La domanda è molto precisa: vogliamo consentire, in linea con l'autonomia riconosciuta alle banche, che sono diventate società per azioni, di mettere nello statuto il limite del 5 per cento per evitare le scalate e che, tra qualche anno, si pianga per il fatto che un'altra preziosa esperienza italiana è stata cancellata ed è finita in mano a persone a cui dell'economia italiana non interessa assolutamente nulla?

PADOAN, ministro dell'economia e delle finanze. Signora Presidente, le domande sono molto variegate quindi, piuttosto che dare un'unica risposta cumulativa, cercherò (e mi scuso per le eventuali omissioni involontarie) di rispondere a ciascuna delle domande nei tempi consentiti, rispettando l'ordine nel quale le domande sono state poste.

Il senatore Giovanardi ha posto una questione molto precisa, cioè - se ho ben capito - se non sia opportuno estendere e rendere permanente la norma transitoria relativa alle banche popolari, al di là dei ventiquattro mesi previsti dalla legge. A mio avviso, la permanenza di questa norma vanificherebbe lo spirito della riforma delle banche popolari, che è quella di trasformarne la natura allo scopo di rendere maggiore la loro capacità di patrimonializzazione e di operazione di mercato in un contesto in cui la struttura è evidentemente diversa. Quindi, non ritengo che si debba estendere in misura permanente questa facoltà, anche se ricordo - è un fatto ben noto - che nulla vieta alle banche di deliberare il mantenimento del limite al diritto di voto una volta decorso il termine di ventiquattro mesi con le maggioranze previste per le modificazione statutarie.

GIOVANARDI (GAL (GS, PpI, M, Id, E-E, MPL)). Signor Ministro, le ricordo che l'agricoltura, l'artigianato, il commercio, l'industria sono prosperati proprio con un modello di banca, prima a Modena, quindi in Emilia e poi in tutt'Italia, radicato sul territorio che aveva in mente di usare il risparmio per lo sviluppo economico. Voi adesso, invece, aprite la strada alla speculazione finanziaria, che non è preoccupata dello sviluppo. Abbiamo visto tanti esempi, purtroppo, di rapina finanziaria. Tuttavia, io la prendo in parola.

Lei ha detto - e si è impegnato davanti al Parlamento e al Paese - che, anche se per legge non si cambia la normativa vigente, nella sua autonomia, le popolari trasformate in SpA possono mettere nel loro statuto quello che già esiste nello statuto dell'Unicredit, e cioè porre un limite, per esempio il cinque per cento, alla scalata della banca stessa. Lei l'ha detto e spero che le sue parole corrispondano a verità per quanto riguarda il nostro ordinamento e la possibilità di procedere in questa direzione.