MODENA TODAY – 8
MAGGIO 2017
Intercettazioni,
sul caso Giovanardi-Prefettura decide la Corte Costituzionale
Il Tribunale di Bologna rimanda alla Corte il caso del decano della
politica modenese. Il senatore soddisfatto: "Un parlamentare non può
rischiare l'incriminazione per la sua attività"
Un fatto "estremamente positivo,
perchè va a toccare una questione di fondo". Così il senatore di Idea
Carlo Giovanardi commenta, a margine di una conferenza stampa a Bologna, la
decisione del gip bolognese Alberto Ziroldi di chiedere alla Corte
costituzionale di decidere se sia necessario o meno chiedere l'autorizzazione
al Senato per utilizzare i tabulati acquisiti 'presso terzì, cioè nei confronti
di una persona che entra in contatto con un parlamentare, nell'indagine a suo carico per le
presunte pressioni fatte alla Prefettura di Modena per salvare
dall'interdittiva antimafia la ditta Bianchini Costruzioni, il cui titolare è
attualmente imputato nel processo Aemilia.
Parlando con i cronisti, Giovanardi
ribadisce che "tutto ciò che ho detto e fatto a Modena lo avevo già detto
e fatto in Senato, in commissione Antimafia, e in commissione Giustizia".
Perciò, sostiene, "mi si addebita ciò che ho detto e fatto svolgendo la
mia funzione di parlamentare", e per questo motivo "è estremamente
positiva la decisione di mandare tutto alla Consulta, perchè qui si tocca una
questione di fondo". Infatti, chiosa il senatore, "da un lato c'è il
ruolo del parlamentare, e dall'altro le iniziative dei pm", e quando
queste iniziative "arrivano a sindacare l'attività di un parlamentare si
tocca, appunto, una questione di fondo, perchè il parlamentare non può
rischiare l'inciriminazione per la sua attività".
Questo, conclude Giovanardi, vale anche
per quanto fatto "nei confronti della Prefettura, che è un organo del
Governo, quindi sottoposto al controllo dei parlamentari: proprio per questa
ragione, se io ritengo che una Prefettura dia un'interdittiva sbagliata, è mio
diritto-dovere intervenire".