Coronavirus, non passiamo dalla tragedia alla farsa

Coronavirus, non passiamo dalla tragedia alla farsa

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Dopo mesi di rigoroso isolamento domiciliare il Governo ha consentito la libera circolazione nell’ambito della Regione di residenza e la riapertura di bar e ristoranti, all’aperto ed al chiuso, a condizione che vengano scrupolosamente rispettate le cosiddette “distanze sociali”.

Ieri pomeriggio passeggiando per due orette nel centro di Modena, una città particolarmente disciplinata che ha sopportato pazientemente i disagi del lockdown contribuendo pressochè ad azzerare contagi e morti nell’intera provincia, ho constatato che il 50% delle persone che affollavano il centro storico non indossavano la mascherine e non mantenevano la distanza di sicurezza. E questo accadeva sia per chi si limitava a passeggiare, ma anche per chi arrivava a chiacchierare in piccoli gruppi di parenti, amici e conoscenti. Percentuale che arrivava al 90% per quelli che stavano seduti ai tavoli all’ aperto.

Ora, secondo le grida manzoniane ancora in vigore (dicesi grida manzoniane provvedimenti di legge inefficaci, che minacciano pene roboanti senza trovare poi una concreta applicazione da parte dello Stato e della Giustizia) gestori dei locali e cittadini dovrebbero essere severamente puniti per la loro trasgressione. Ma come si fa a punirli se trasgrediscono praticamente tutti? Anche perché, talune disposizioni, in certe situazioni risulta davvero difficile rispettarle.

Quindi, come fare?Semplicemente se ne punisce uno per intimidirne cento, magari il ragazzino che in pubblico ha dato un bacetto alla fidanzata, o il malcapitato a cui vanno a misurare la distanza mentre beve un caffè in compagnia o un gestore a caso che paga per il disordine dei suoi clienti.

Le forze dell’ordine più di così non possono fare. Ed ecco che viene partorita la demenziale idea di mettere in circolazione 60000 controllori, beneficiari del reddito di cittadinanza, con il potere di dire “lei non sa chi sono io” quando sindacheranno quali rapporti di parentela ci siano tra chi siede allo stesso tavolo nel caso i centimetri non tornino.

Per non passare dalla fase tragedia alla fase farsa il governo decreti pertanto che i controlli siano effettuati all’interno dei locali dove maggiore è il rischio di contagio ed è facile verificare se viene rispettato l’obbligo di indossare la mascherina, si appelli al senso di responsabilità dei cittadini per quanto riguarda il rispetto delle distanze all’esterno e lasci ai sindaci la decisione se chiudere o no quelle strade dove gli eccessivi assembramenti costituiscono un rischio eccessivo di ripresa dei contagi.