Caivano e resort di Fasano: le strumentalizzazione del mondo Lgbt

Caivano e resort di Fasano: le strumentalizzazione del mondo Lgbt

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Nello stesso giorno due episodi molto diversi tra di loro hanno avuto grande spazio sui media: la coppia gay presunta vittima di dileggio in un Resort di Fasano e la povera  Maria Paola che ha perso la vita a Caivano in un incidente stradale provocato dal fratello.
Il primo episodio si inserisce a pieno titolo nelle bufale fatte girare ad arte per denunciare una inesistente emergenza omofoba nel nostro paese.
Sono anni che per arricchire le magre segnalazioni di episodi di omofobia pervenuti all’ Osservatorio Nazionale del Ministero degli Interni (poche decine all’anno) volonterosi attivisti se le inventano.
Nel caso di Fasano, malgrado la tempestiva ed esaustiva smentita dei gestori del Resort, che hanno dimostrato che l’episodio era totalmente inventato, non pochi giornali nazionali se lo sono bevuto come realmente avvenuto.
A Caivano si è consumata invece una vera tragedia, con un fratello che provoca la morte della sorella, con le indagini che accerteranno se volontariamente o al di là dell’intenzione per troncare un rapporto sgradito alla famiglia della ragazza.
Noto che contrasti accesi nelle famiglie per le scelte affettive dei figli purtroppo sono all’ordine del giorno, per ragioni religiose, di differenza di età, di status sociale, persino di salute e certamente non soltanto di casi limite come quello avvenuto nel napoletano.
Quello che accomuna però due episodi così diversi è la solita fulminea strumentalizzazione da parte di varie Associazioni Lgbt, che facendo di ogni erba un fascio, si sono precipitate a chiedere l’approvazione del disegno di legge Zan in discussione alla Camera dei deputati, che tende a criminalizzare le opinioni se ritenute in qualche modo discriminatorie.
Disegno di legge che non c’entra assolutamente nulla con i due episodi citati: nel primo perchè anche le bugie rischierebbero di mettere in moto procedimenti penali per inesistenti casi di discriminazione, nel secondo perchè l’aggressione e l’omicidio, colposo o volontario, sono già severamente puniti dal codice penale in vigore, e vanno ben al di là di situazioni di grave contrasto di opinioni, nell’ambito famigliare, sulle libere scelte  di un congiunto.
Il Parlamento dovrebbe pertanto più opportunamente interrogarsi sulle amare considerazioni del Parroco di Caivano Don Maurizio Patriciello sulle condizioni di degrado e disperazione a cui sono abbandonate tante periferie dimenticate del nostro paese.
Siamo reduci da una terribile settimana dove tra stupri ed omicidi troppi giovani italiani hanno dato il peggio di sè, in una escalation di violenza che riguarda tutti, etero od omosessuali, maschi o femmine, italiani ed extracomunitari, da combattere con la giusta repressione penale ma soprattutto con la prevenzione, attraverso la educazione al rispetto degli altri in nome dei valori di convivenza, religiosi o laici che siano.